VITICOLTURA

Le antiche varietà della Lombardia per progettare i vini del futuro DAVIDE MODINA

In Lombardia, diverse zone vitivinicole stanno puntando con determinazione sui vitigni di antica coltivazione, riconoscendone il potenziale nell’assicurare sostenibilità e competitività del settore vitivinicolo

La piattaforma ampelografica su cui si basa la viticoltura mondiale è il risultato di una lunga e affascinante storia di mutazioni, ricombinazione genica e pressione selettiva operata dall’uomo e dall’ambiente. In questo contesto, l’Italia, grazie alle sue peculiari caratteristiche storiche e geografiche, si è sempre contraddistinta per la straordinaria diversità di vitigni utilizzati, che ha permesso alla vite di adattarsi con successo all’intricato mosaico di territori e produzioni enologiche che contraddistingue il settore vinicolo nazionale. Nonostante questa ricchezza, anche l’Italia ha sperimentato nel corso dell’ultimo secolo un preoccupante fenomeno di erosione genica, dovuto a diversi fattori. Numerosi vitigni hanno così visto una drastica diminuzione degli individui coltivati, mentre altri sono stati persi per sempre. La crescente sensibilità verso il tema della biodiversità viticola ha condotto, negli ultimi decenni, all’attuazione di diversi programmi di ricerca e conservazione del patrimonio genetico locale, con la creazione di campi di collezione varietale.