In enologia la capacità del vino di essere microfiltrato è una proprietà rilevante per favorire il processo di illimpidimento e la stabilità microbiologica. La torbidità e la filtrabilità di un vino base possono quindi variare in funzione della composizione e degli ingredienti aggiunti durante il processo di vinificazione, compresi gli zuccheri. Gli zuccheri approvati in enologia sono facilmente solubili nel mosto e le differenze reologiche dovute alla diversa natura (saccarosio vs. glucosio e fruttosio degli zuccheri uvici) sono irrilevanti alle concentrazioni in cui vengono tipicamente impiegati. La principale variabile che può influire sulla filtrabilità dei mosti e dei vini dopo l’aggiunta di zuccheri è piuttosto la presenza di contaminanti fisici insolubili e di carica microbica. Risulta quindi evidente un effetto peggiorativo sulla colmatazione dei filtri per aggiunta dei mosti concentrati (non rettificati) rispetto ai MCR e al saccarosio. Analogamente l’utilizzo di zuccheri in forma liquida (MCR) può rappresentare un fattore di rischio a causa della frequente presenza di carica microbica, come riportato da Guzzon et al. (2018)1.