ECONOMIA Aprire e far funzionare un agriturismo CHIARA DEMICHELIS e ENRICO MACHETTA madefirm.it Tutto quello che c’è da sapere sugli aspetti giuridici, fiscali e di marketing dell’attività agrituristica Il Bel Paese, ricco di territori a forte vocazione agricola e di interesse paesaggistico unico, ha fatto da tempo dell’accoglienza in agriturismo e delle attività connesse, un’ importante voce del ricchissimo panorama di offerta turistica. Grazie anche alle attività agrituristiche ed enoturistiche, è stato possibile far conoscere al pubblico internazionale territori ulteriori rispetto alle eccezionali ricchezze artistiche delle città italiane; territori parimenti attrattivi e ricchi di storia e cultura. Tale valorizzazione ha consentito anche il riconoscimento per alcuni di essi del prestigioso titolo UNESCO “paesaggi culturali patrimonio dell’umanità”. E degli 8 siti che in Italia si fregiano del titolo, ben due sono strettamente legati alla viticoltura: i Paesaggi Vitivinicoli di Langhe, Roero e Monferrato e Le Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene. È quindi un’opportunità, per l’azienda agricola, affiancare alla propria attività tradizionale, anche quella turistica, di accoglienza e ricreazione, utilizzando lo strumento che l’ordinamento mette a disposizione: l’agriturismo. NORME E DEFINIZIONI: CHE COS’È E COSA PUÒ FARE UN AGRITURISMO La è una legge-quadro statale (legge 96/2006), che detta le norme generali dell’attività agrituristica; tali regole sono poi integrate da leggi specifiche di ogni singola Regione. Per attività agrituristica si intende la ricezione e ospitalità esercitate dagli imprenditori agricoli, anche organizzati in forma di società di capitali o di persone, che utilizzano parte della propria azienda in rapporto di connessione con le attività di coltivazione del fondo, silvicoltura e allevamento di animali. Due quindi sono gli elementi indispensabili affinché si possa esercitare attività di agriturismo: ai sensi dell’art. 2135 del codice civile, e . In altri termini non è sufficiente che l’attività sia esercitata in un contesto rurale o naturale, ma è necessario che utilizzi prodotti, strutture e manodopera dell’attività agricola, a cui è appunto strettamente connessa. Possiamo quindi dire che l’attività di agriturismo è esercitabile solo come ramo dell’azienda agricola. normativa di riferimento che il titolare abbia la qualifica di imprenditore agricolo che l’attività di agriturismo sia connessa e complementare rispetto a quella agricola Barolo e il Castello, foto di Monica Massa Avendo riguardo al requisito della connessione, si comprende la natura dei : dare ospitalità in alloggi o in spazi aperti destinati alla sosta dei campeggiatori, ma usufruendo di edifici e terreni già esistenti sul fondo, di proprietà o nella disponibilità dell’impresa agricola; somministrare pasti e bevande, ma utilizzando prevalentemente prodotti propri o di aziende agricole del territorio, con preferenza per prodotti tipici e DOP, IGP, IGT, DOC, DOCG; organizzare degustazioni di prodotti aziendali; organizzare, anche all’esterno del fondo, attività ricreative, culturali, didattiche, di pratica sportiva, escursionistiche, di ippoturismo, ma finalizzate alla valorizzazione del territorio e del patrimonio rurale. La struttura giuridica dell’agriturismo, al pari di quella dell’impresa agricola, può essere familiare o societaria. Nel primo caso l’agriturismo potrà dare ospitalità fino a un massimo di 10 persone e somministrare fino a 40 pasti al giorno e i lavoratori impiegati nell’attività agrituristica potranno essere solo parenti di primo grado del titolare e del consorte. L’agriturismo organizzato in forma societaria potrà alloggiare fino a 60 ospiti e somministrare fino a 160 pasti al giorno, avvalendosi anche di lavoratori esterni alla famiglia e alla compagine sociale, assunti con contratti di lavoro a tempo determinato e indeterminato. servizi erogabili dall’agriturismo QUAL È L’ITER BUROCRATICO PER APRIRE UN AGRITURISMO? In primo luogo sarà necessario aprire una partita IVA, utilizzando come codice ATECO di riferimento il 55.20.52 per agriturismo con alloggi, e il 56.10.12 per agriturismo con ristorazione. Se l’impresa agricola è già costituita e solo in un secondo momento decide di avviare anche l’attività di agriturismo, si inseriranno, in aggiunta ai propri, sia in Agenzia delle Entrate che in Camera di Commercio i relativi codici ATECO. Sarà quindi necessario iscriversi al Registro Regionale degli Operatori turistici e presentare la segnalazione di inizio attività (SCIA) al Comune di appartenenza. Per i locali sarà inoltre necessario richiedere il libretto di idoneità sanitaria, nonché le verifiche dei Vigili del Fuoco in relazione a sicurezza e rispetto della normativa antincendio. Nel caso in cui all’interno dell’agriturismo si eserciti anche la ristorazione, sarà inoltre necessario prendere in considerazione la normativa HACCP, per ottenere certificati e abilitazioni utili per tutta la filiera di somministrazione di alimenti e bevande. QUANTO COSTA APRIRE UN AGRITURISMO Non è possibile quantificare in astratto , in quanto le considerazioni variano in base alla struttura presente sul fondo e alla tipologia di accoglienza che si vuole fornire. Se l’impresa agricola, per esempio, non presenta sul proprio fondo edifici che possano essere riconvertiti all’accoglienza, sarà in primo luogo necessario acquisire terreni con edifici che possano essere utilizzati come alloggi e come locali di ristorazione. Abbiamo infatti già sottolineato come, per poter parlare di agriturismo, è necessario che le strutture utilizzate per esercitare l’attività siano di proprietà o nella disponibilità dell’impresa agricola. In ogni caso, nel reperimento delle risorse finanziarie necessarie per la fase di start-up, risulta molto utile aver riguardo ai vari bandi regionali, nazionali e dell’Unione Europea, che spesso assumono la forma di finanziamenti agevolati: le agevolazioni in particolar modo consistono nella maggiore facilità di accesso al credito, grazie a una garanzia di natura pubblica, nella maggior durata dell’ammortamento, e nell’applicazione di tassi di interesse inferiori rispetto a quelli normalmente praticati, il che, in particolari momenti congiunturali, può essere un grande vantaggio. i costi necessari per avviare un agriturismo ALIQUOTE IVA, TENUTA DELLA CONTABILITÀ, PASSAGGI DI BENI TRA IMPRESA AGRICOLA E AGRITURISMO L’operatore agrituristico dovrà emettere lo scontrino elettronico e la fattura, ove richiesta dall’ospite. Sui pernottamenti e sulla ristorazione si applica l’aliquota IVA del 10%, mentre per gli altri servizi (culturali, sportivi, ricreativi), quella del 20%. Se l’agriturismo ha optato per il regime forfettario, dovrà tenere solo il registro dei corrispettivi e quello degli acquisti; se invece ha adottato il regime ordinario, dovrà tenere tutte le scritture contabili richieste dal tipo di contabilità, semplificata o ordinaria, che si applica al suo volume di affari. I passaggi di beni tra azienda agricola e agriturismo devono essere fatturati e sono soggetti a IVA. Proprio in ragione di ciò, la scelta del regime fiscale -ordinario o forfettario- può essere strategica. Se infatti l’azienda agricola è in regime IVA ordinario, e i passaggi di prodotti sono di un volume importante, potrebbe essere conveniente per l’agriturismo optare anch’esso per un regime ordinario, in quanto così facendo potrà detrarre integralmente l’IVA sugli acquisti, e questo potrebbe essere più vantaggioso rispetto all’applicazione del regime IVA forfettario. IL FISCO PER GLI AGRITURISMI Per quanto concerne il , il riferimento è la legge 413/1991, che prevede un particolare regime forfettario. La necessità dell’introduzione di un regime fiscale ad hoc per l’attività di agriturismo poggia sulla sua natura: essendo essa connessa all’attività agricola, potrebbe non essere così agevole l’imputazione dei costi all’uno o all’altro ramo di attività dell’impresa. Si pensi ai costi per lavoro dipendente laddove il personale svolga attività sia agricola che volta alla ricezione degli ospiti, oppure ai prodotti somministrati in agriturismo che provengono dalla connessa impresa agricola. La legge ha quindi previsto un particolare regime, sia per la determinazione del reddito ai fini fiscali dell’agriturismo, sia ai fini IVA. In relazione alle imposte sui redditi, tale regime si applica alle imprese individuali e alle società di persone (con esclusione quindi dei soggetti IRES come le società di capitali, cui si applica il regime ordinario). Il regime forfettario determina il reddito dell’agriturismo considerando il totale dei ricavi – al netto dell’IVA – e applicando una percentuale di redditività del 25%. Non vengono considerate quindi, per la determinazione del reddito, né le plusvalenze né le minusvalenze, né gli ammortamenti, e in generale tutti i componenti negativi di costo sostenuti. L’IVA viene determinata riducendo del 50% l’imposta relativa alle operazioni imponibili sugli acquisti. Tale regime è applicabile, a differenza di quanto visto per le imposte sui redditi, a tutti i soggetti che esercitano l’attività agrituristica, e quindi anche alle società di capitali. Si noti che tanto per la determinazione del reddito che ai fini IVA, l’impresa agrituristica può scegliere se aderire al regime forfettario oppure optare per quello ordinario ( ). Le ragioni di tale scelta potrebbero dipendere da importanti investimenti fatti nella fase di start-up, per esempio per la ristrutturazione degli immobili da adibire all’accoglienza, tenuto conto che il regime forfettario non considera tali costi. Sarà in ogni caso indispensabile una consulenza mirata con professionisti di settore per individuare le migliori scelte, anche fiscali, da assumere per la propria impresa. In ogni caso, all’attività agrituristica non si applica il particolare regime IVA previsto per i produttori agricoli, per cui l’imprenditore dovrà tenere la contabilità separata e quindi due registri IVA. Ciò non sarà necessario -ma è sempre consigliabile- se l’impresa avrà optato per il regime ordinario, anche per i redditi derivanti dall’agriturismo. regime fiscale dell’attività di agriturismo tabella 1 SCEGLIERE UNA STRATEGIA E COMUNICARSI sono due aspetti che non possono essere trascurati dall’operatore che decide di cimentarsi nel settore agrituristico. Una valutazione importante riguarda la location. Abbiamo visto come l’agriturismo debba svolgere la propria attività su terreni ed edifici di proprietà o nella disponibilità dell’impresa agricola. Non è detto però che gli immobili adibiti a tale ramo di attività debbano essere contigui all’azienda agricola. È importante scegliere luoghi che, pur immersi nella natura, abbiamo una buona accessibilità, garantiscano la tranquillità degli ospiti, e si giovino di aree all’aperto direttamente pertinenziali alla zona di pernottamento. In secondo luogo è fondamentale promuovere la propria attività: sono ormai moltissime le piattaforme anche specializzate sull’accoglienza in agriturismo, cui è opportuno iscriversi per aumentare la propria presenza anche all’estero. Importante è comunque avere una buona visibilità on line, sia con un sito web attrattivo che descriva servizi e potenzialità, sia attraverso i social, canali molto utili per promuovere accoglienza, ristorazione, e tutte le altre proposte esperienziali. Per quanto concerne i servizi erogati, è opportuno permettere al turista di costruire la propria vacanza come meglio gli si addice, mantenendo quindi separati i costi di pernottamento, ristorazione, e delle varie esperienze fruibili in struttura. Al contempo può essere opportuno, anche per offrire i propri servizi alle agenzie turistiche e di viaggi, creare dei pacchetti ad hoc, comprensivi di pensione completa, cestini per pranzi al sacco e attivita didattiche, sportive e ricreative da svolgere nell’azienda o nelle zone circostanti, anche attraverso accordi con operatori limitrofi. È importante infine legare con un filo rosso tutti i servizi che l’agriturismo offre, individuando un tema particolare o un particolare aspetto della zona e del territorio in cui si opera e che si vuole valorizzare, anche in ragione delle produzioni della propria azienda agricola. Strategie aziendali e marketing Un esempio per capire meglio