CULTURA E SOCIETÀ I 60 anni della Legge delle DOC vinicole italiane (1963-2023) ANDREA DESANA In occasione dell’anniversario della legge sulle DOC è stato varato il progetto dell’archivio nazionale dei vini DOC Le ricorrenze non devono essere, e non lo sono per chi le sa utilizzare per il bene comune, mere commemorazioni legate al passato, ma rappresentano occasioni uniche e irripetibili per attualizzare progetti di rilancio di idee e programmi che, viceversa, non avrebbero potuto essere neppure pensate. Il ha inaugurato la propria sede al castello di Casale Monferrato (AL) il 18 ottobre del 2018 in occasione del Centenario della nascita di , il padre della DOC, e contemporaneamente del Bicentenario della nascita del grande Giuseppe Antonio Ottavi, (papà Ottavi come veniva chiamato da tutti gli agricoltori italiani nella seconda metà dell’Ottocento), l’inventore della assistenza tecnica in agricoltura, giornalista ed editore di fama mondiale. Nel 2013 è stato celebrato il Cinquantenario della legge delle DOC, datata sulla Gazzetta Ufficiale 12 luglio del 1963, dove fu pubblicato lo storico , con la pubblicazione di un libro dal titolo emblematico “Figli dei territori”, perché tutti i vini italiani a Denominazione di Origine geografica sono in effetti un esito unico e irripetibile dei numerosissimi territori vocati della nostra penisola. È stato inoltre realizzato un particolare e singolarissimo spettacolo teatrale ispirato da Giorgio Milani, “In vino veritas: i quattro Moschettieri della DOC”, ovvero , inventore nel 1895 del Metodo di spumantizzazione in autoclave, , grande cooperatore, giornalista e uomo politico di altissimo livello e . Da questi spunti storici e da questi fatti conseguenti è derivato naturalmente il contatto continuato del Comitato Casale Monferrato capitale della DOC con il pubblico, attraverso regolari aperture della sede al castello del Monferrato e il racconto della grande storia “monferrina” della legge della DOC e delle DOC vinicole italiane. Ma non solo: nella sede sono stati portati tutti i libri e i documenti relativi alle premesse, alla nascita, allo sviluppo della idea, del progetto e poi delle realtà socio-economiche derivanti dalla legge delle Denominazioni di Origine geografiche vinicole di proprietà di Paolo Desana a cui poi si sono aggiunte e aggregate documentazioni e libri molto rari donati dalla famiglia Marescalchi. Il tutto è stato poi presentato, grazie e dopo un importante lavoro di catalogazione messo a punto dall’archivista della Unione Italiana Vini Francesco Emanuele Benatti, al Ministero della Cultura, Soprintendenza ai Beni Culturali, che il 16 maggio del 2022 ha riconosciuto il materiale del Centro di Documentazione, nel frattempo intitolato a Paolo Desana, come “Bene di Interesse Storico di Particolare Importanza”. Ma nel frattempo e soprattutto in occasione del Sessantennale della legge delle DOC il Comitato nonché ha lanciato un’altra idea di notevole significato, ovvero quella della realizzazione di un italiani. Prendendo spunto da importanti aspetti archivistici finalizzati al recupero, alla conservazione e alla diffusione della conoscenza del materiale relativo alle Denominazioni di Origine geografica dei vini italiani di qualità, l’obiettivo di questo progetto consiste nel salvare, aggregare e diffondere con finalità anche promozionali e turistiche, tutto il materiale cartaceo e informatico che nel tempo è stato prodotto in merito alle Denominazioni italiane e quindi con riferimenti a tutte le numerosissime aree vocate della nostra penisola. Se pensiamo che ad oggi esistono in Italia ben 408 tra DOC e DOCG vinicole oltre a 118 IGP (Indicazione Geografica Protetta), forse troppe (ma questo fa parte di un altro ambito di discussione e approfondimento) con ben 123 Consorzi di Tutela che operano sul territorio nazionale e 600 Città del Vino, raggruppate nella specifica Associazione nazionale, ci rendiamo conto della notevole portata della proposta, della sua importanza complessiva, ma anche della sua significativa difficoltà di completa realizzazione. Ovviamente il Comitato DOC casalese non ha mai pensato di poter realizzare da solo un progetto e un programma di tale portata: da subito per la formulazione del progetto c’è stata la collaborazione di , poi si sono realizzate importanti sinergie con l’ con il suo ed il e con la di Alba, e . L’obiettivo comune di queste realtà è di arrivare al riordino, inventario e digitalizzazione della documentazione relativa alla grande storia della DOC, soprattutto in considerazione che quest’ultima rappresenterà il primo nucleo organico del futuro Archivio Nazionale dei Vini DOC. Si prevede la costruzione di due macrosezioni ovvero un catalogo- portale collettivo, che rappresenterà lo strumento di accesso alle fonti e l’archivio digitale delle DOC vinicole italiane, che sarà una banca dati pubblica dei documenti selezionati. Il tutto per rendere pubbliche e disponibili le fonti storiche e documentali attraverso i processi di individuazione, ordinamento, descrizione e tutela delle stesse. E ancora: nella considerazione che il vino rappresenta un vero e proprio patrimonio culturale del nostro Paese, tutto da tutelare e preservare, l’obiettivo è quello di coinvolgere i vari potenziali attori ovvero comuni, consorzi (è in previsione anche il coinvolgimento di Federdoc che associa un’ottantina di Consorzi di Tutela) e aziende vinicole, in uno sforzo comune di recupero della propria storia. Senza tralasciare il coinvolgimento anche delle Soprintendenze archivistiche, delle Università e degli Enti di Ricerca. Un esempio di sinergia che si auspica permetterà di catalogare tutta la documentazione prodotta nell’ambito delle Denominazioni d’Origine, dalla letteratura scientifica, alle rassegne stampa, ai libri, ai verbali (come quelli del Comitato Nazionale per la tutela delle Denominazioni di Origine dei Vini), ma anche materiale fotografico e promozionale. Comitato Casale Monferrato capitale della DOC Paolo Desana D.P.R. 930 Giuseppe Antonio Ottavi, Federico Martinotti Arturo Marescalchi Paolo Desana Centro di Documentazione della DOC Archivio Nazionale dei Vini DOC Francesco Benatti di UIV Associazione Nazionale Città del Vino Presidente Angelo Radica Vicepresidente Stefano Vercelloni Fondazione Radici Presidente Claudio Rosso Direttore Marcello Pasquero PAOLO DESANA LA STORIA DI DUE VITE TRA LAGER E VINI DOC “Un progetto che è rimasto 15 anni nel cassetto, fino a quando, anche attraverso gli scritti di mia madre, ho deciso di unire le due vite di mio papà, quella dell’internato militare e quella dello statista, del politico e dell’oratore, impegnato a tutelare una eccellenza del Made in Italy, il vino, con la promulgazione della legge sulle DOC” ci ha detto l’autore Andrea Desana. Infatti se molto si conosce della vita e dell’impegno di Paolo Desana per la promulgazione di una legge che, dopo oltre cinquant’anni di tentativi non andati a buon fine e con molto ritardo rispetto alla Francia, metteva ordine e chiarezza in un settore importantissimo per l’economia del Paese, meno è stato raccontato degli anni della sua gioventù e delle esperienze nei campi di concentramento tedeschi che senz’altro lo portarono ad affinare le sue capacità di mediazione e di compromesso – nel senso positivo del termine – che lo aiutarono a raggiungere l’obiettivo per il quale divenne nel 1963 il “Padre delle DOC” con il D.P.R. 930/1963. Lo spartiacque tra le due vite di Paolo Desana è rappresentato proprio dalla foto che fa da copertina al libro e che lo ritrae impegnato a Cardona di Alfiano Natta (AT) in uno dei suoi primi comizi politici, nell’agosto del 1946. Il volto emaciato e la magrezza della foto sono eredità dei mesi di prigionia come Internato Militare Italiano, uno dei 650.000 soldati italiani che nel momento dell’armistizio si rifiutò di aderire alla repubblica di Salò e per questo fu deportato in Germania da cui tornò dopo 23 mesi di campi di lavoro, di fame, di botte e di schiavitù. Paolo Desana riuscì a sopravvivere, ma degli altri 650.000 prigionieri ben 55.000 trovarono la morte nei campi di concentramento tedeschi. Un passato tragico di cui Paolo Desana, come tanti altri sopravvissuti, aveva raccontato poco fino a quando, dopo la lunga carriera politica a servizio veramente del Bene Comune e in particolare con la promulgazione della legge sulle Doc del 1963, nel 1990 si ammala gravemente di un tumore al cervello che, a parere dei medici, come scrive Andrea Desana nel libro, poteva essere riconducibile alle bastonature ricevute negli ultimi giorni del suo internamento. Per la prima volta, dopo tanta reticenza, Desana cerca di mettere al corrente il figlio Andrea delle esperienze vissute ai lavori forzati in Germania: “esperienze e fatti – scrive Andrea – non ancora riconosciuti e non opportunamente valutati dalla storia recente del nostro superficiale e volutamente smemorato Paese”. Monica Massa Andrea Desana - “Paolo Desana la storia di due vite tra lager e vini Doc” Euro 18,00 - Edizioni Remedios ISBN 979-12-81272-00-2