VITICOLTURA

Potare il vigneto con l’aiuto delle macchine RICCARDO CASTALDI - Agrintesa

Che sia meccanica o meccanizzata, la potatura invernale può avvalersi di macchine prepotatricio potatrici che consentono di ridurre i costi e i fabbisogni di manodopera

Le attrezzature impiegabili per la potatura invernale hanno assunto un’importanza crescente negli ultimi anni, in Italia e all’estero, come conseguenza dei diversi cambiamenti che hanno interessato il comparto viticolo.
Innanzitutto si deve considerare l’aumento della superficie vitata che ha interessato molte aziende, e la conseguente necessità di eseguire comunque la potatura invernale con l’adeguata tempestività, evitando cioè di essere obbligati a iniziare troppo presto, per finire comunque in ritardo, rispetto al periodo in cui la vite si trova in riposo vegetativo. Un ruolo non trascurabile nel favorire la diffusione delle attrezzature per la potatura invernale è stato giocato dall’esigenza di velocizzare l’operazione e contenere i costi di gestione del vigneto, in modo da aumentare la competitività del vino sul mercato.
A questo si deve aggiungere anche la sempre più difficile reperibilità di manodopera specializzata, che in molte aree ha indotto le aziende ad approcciare nuovi modelli viticoli nei quali le macchine giocano un ruolo fondamentale in tutte le fasi di gestione del vigneto, potatura compresa.
L’impiego delle prepotatrici non è però compatibile con tutti i sistemi di allevamento, dato che presuppone la presenza del cordone permanente, che ritroviamo nel cordone speronato, nel Casarsa, nel cordone libero, nel cordone libero a speronatura totale o CLST e nella doppia cortina o GDC. Per contro non possono invece essere utilizzate nei sistemi a tralcio rinnovato, primo tra tutti il Guyot con le sue varianti, e nella maggior parte dei sistemi di allevamento tradizionali.