A cura di Michele Vigasio L’ANALISI DELLA MATURAZIONE DELLE UVE E LA LORO VALUTAZIONE Raramente così difficile! Poco dopo la metà di ottobre, con le forbici della vendemmia fumanti appena appoggiate, ci apprestiamo a iniziare la scrittura del bilancio, quanto mai complesso, di quest’annata 2024. Non si può che farlo partendo dall’analisi dell’andamento termo-pluviometrico che delinea, con una combinazione dei due fattori di temperatura e piovosità ancora una volta praticamente unica, un profilo netto (o almeno in precedenza mai così netto), tale da far ricadere il 2024 nel campo del clima “caldo umido”. Un andamento che interrompe improvvisamente, nel suo trend, quello siccitoso che stava proseguendo da due anni, almeno nel Sud del Piemonte, spiazzando un po’, diciamocelo pure, anche noi tecnici. Come sempre ci sono dei distinguo molto importanti da fare tra le diverse macro aree regionali ma, in linea di massima, si sta assistendo forse a una sorta di sub-tropicalizzazione climatica, essendo venute a mancare forti oscillazioni nei valori di temperature minime e massime mensili, con l’asticella delle medie lievemente sotto ai valori storici nei primi mesi dell’anno e fino al periodo tardo primaverile e, al contrario, decisamente superiore nei mesi centrali estivi di luglio e agosto. Non si vuole qui però replicare l’analisi già massimamente approfondita del capitolo 1, ma soltanto sottolineare come la vite abbia dovuto affrontare condizioni completamente diverse rispetto a quelle che predilige, legate alla sue origini mediterranee. Di conseguenza ne è seguita una grandissima variabilità del risultato viticolo, ancor più dell’anno scorso, legata, in primis, alla posizione più o meno favorevole di coltivazione, che ha enfatizzato gli effetti di questo andamento anomalo. In secondo luogo tale variabilità è dipesa anche dall’impegno messo dai viticoltori nella conduzione agronomica del vigneto, a cominciare dall’aspetto indiscutibilmente prioritario di quest’anno: quello della difesa antiparassitaria. Il 2023 aveva fatto ricordare ai viticoltori del centro-sud Italia la potenzialità distruttiva della peronospora, che aveva in alcuni casi anche dimezzato fino ad annullare completamente le rese di interi vigneti. Forse è stato proprio grazie a quell’eco che la maggior parte delle aziende piemontesi quest’anno ha alzato da subito la guardia impegnandosi al massimo in una lotta estenuante di contrasto al patogeno che si è protratta fino ad agosto inoltrato e riuscendo, nel complesso, a limitare parecchio i danni. Ma non sono mancate situazioni di attacchi anche molto gravi conseguenti alla mancanza di tempestività o di cura dei dettagli operativi nella distribuzione. Dettagli che quest’anno sono stati sicuramente fattore chiave di riuscita nella difesa del vigneto. Le maggiori problematiche sono state riscontrate nel caso delle aziende condotte in regime di difesa biologica, a causa della frequenza intensissima delle piogge nel primo periodo della fase vegetativa e della conseguente virulenza del patogeno. Affronteremo più in dettaglio questi aspetti nel prossimo capitolo, con specificità per ogni vitigno e zona. Qui preme solo sottolineare quanto sia stata ampiamente favorita la propensione vegetativa della vite, in netto contrasto con la sua fisiologia riproduttiva (e conseguentemente degli aspetti fisiologici di maturazione del carico produttivo, che oltretutto, nel complesso, non è stato per nulla contenuto). Nessun risultato disastroso, sia ben chiaro, ce lo dicono i numeri che dobbiamo e possiamo confrontare all’interno di un database più che trentennale. Però, che fatica! Che lavoro, tensione, e quanti grappoli a terra (dove si è potuto e voluto) per aiutare la pianta nei suoi progressi di maturazione! Il nostro consueto e ancor più oneroso lavoro oggettivo di valutazione delle performance varietali non ci permetterà nuovamente di scegliere tra quelle legate a un numero di stelle riferite alla parte più alta della scala della piramide qualitativa. Sia chiaro però, specifichiamo ancora, che anche quest’anno le valutazioni restano nel complesso ampiamente positive, pur avendo necessariamente dovuto tenere conto della forte variabilità del risultato. Eccesso di produzione rappresentativo dell’annata in un vigneto di Grignolino