ENOLOGIA

Il ruolo strategico del laboratorio enologico: controllo, precisione e supporto alle decisioni

Ci sono controlli di processo ordinari e controlli analitici ufficiali. A cambiare è la profondità delle domande che si pongono all’analisi, a restare è l’importanza della misurazione. Quando la tecnica può essere misurata, si trasforma in tecnologia

di DAVIDE CAMONI

Era un giorno di settembre del 1994, ed entrando in laboratorio per la prima volta, vidi quella frase scritta su un manifesto vecchio e ingiallito: Misurare è migliorare. Rimasi folgorato e ne feci subito una questione di principio. I ate that up! Quel signore che appose lo slogan inconsapevolmente decise il mio destino.
Ho passato i successivi trent’anni tra i banconi, prima universitari, poi aziendali, poi da qualche cliente col pallino per la chimica e in laboratorio mi sono sempre sentito a casa provando a dare risposte a chi aveva domande.
Spesso però, non erano chiare le domande.

Foto di Linda Frosini. 
Per gentile concessione di ISVEA srl
Foto di Linda Frosini. Per gentile concessione di ISVEA srl

L’IMPORTANZA DEL CONTROLLO ANALITICO NEL PROCESSO ENOLOGICO

L’enologo vuole uno strumento decisionale che gli permetta di garantire la buona riuscita delle operazioni di vendemmia, di fermentazione, di chiarifica, di stabilizzazione e di imbottigliamento.
È doverosa una riflessione profonda su quanto sia importante attuare, quotidianamente, l’arte della misurazione, la lettura incrociata, l’interpretazione critica, la valutazione dei risultati, per tramutare le risultanze analitiche quantificate tramite espressioni numeriche in miglioramenti qualitativi percepibili dai vari attori coinvolti nella produzione dei nostri vini.
L’enologo decide dalle risposte analitiche, il destino tecnologico dei suoi vini.