VITICOLTURA

L’arma migliore nella strategia di difesa dalle malattie del legno? La prevenzione!

La prevenzione attraverso la protezione dei tagli di potatura a partire dalle fasi di allevamento del vigneto è un aspetto fondamentale nella strategia di difesa dal complesso del mal dell’esca. L’uso di Trichoderma rappresenta uno degli strumenti più efficaci

di STEFANO DI MARCO1, VLADIMIRO GUARNACCIA2, LAURA MUGNAI3
1IBE-CNR, 2Università degli Studi di Torino, 3Università degli Studi di Firenze

Ogni anno i viticoltori fanno il bi-lancio delle perdite di produzione per quantità e qualità, e delle pian-te morte a causa delle malattie del legno, uno dei problemi più gravi, diffusi ma ancora difficili da risolvere per la viticoltura di tutto il mondo. In Europa il sintomo più eclatante resta la tigratura fogliare e l’apoples-sia, associate al complesso del mal dell’esca, ma si stanno imparando a considerare anche la perdita di punti di produttività e/o di intere branche fino alla morte della pianta, legate ai vari agenti di cancro della vite, Botryosphaeriaceae innanzitutto, ma anche Diaporthe, Eutypa e altri pato-geni meno frequenti ma non meno pericolosi, definiti in inglese agenti di “dieback”, ovvero moria. Anche se il sintomo esterno è meno evidente, la perdita di produzione, i costi di sosti-tuzione e l’invecchiamento precoce del vigneto, risultano rilevanti.
Ebbene, tutti questi problemi derivano innanzitutto dalle infezioni che si verificano in campo in seguito alle ferite di potatura (e spesso anche di spollonatura, se tardiva); dunque la prevenzione delle infezioni appare un intervento ineludibile. Tuttavia, per molti viticoltori ancora non è così.

Figura 1. Le tigrature fogliari spesso accompagnate da avvizzimenti di tralci e/o grappoli, sono i sintomi più comuni del complesso del mal dell’esca
Figura 1. Le tigrature fogliari spesso accompagnate da avvizzimenti di tralci e/o grappoli, sono i sintomi più comuni del complesso del mal dell’esca