Campus Grapes, il vigneto tecnologico nel cuore di Torino
L’ultima vigna urbana progettata da Luca Balbiano con il Politecnico di Torino è al tempo stesso laboratorio di ricerca e luogo di aggregazione e rigenerazione urbanacominciato a produrli
di FABIO MARZANO
Il valore di un vigneto urbano non è la qualità del vino che si produce. O almeno, non è quello l’obiettivo principale. Rispetto alle cugine di campagna le uve di città possono crescere piuttosto libere in termini di esami e trattamenti. Una forma di emancipazione che, bisogna augurarsi, non pregiudichi del tutto il risultato finale. La maggior parte dei vigneti che nascono all’interno delle tangenziali, in realtà, hanno funzioni sociali e aggregative. La vendemmia di quartiere, la potatura con le scuola: le piante in città offrono un’esperienza in differita su quello che avviene nei campi. Il foliage e i passaggi delle stagioni, la crescita e la vita del mondo vegetale, le cure necessarie e la nascita dei frutti. Ora il vigneto urbano può contare su un’ulteriore declinazione, quella scientifica. Oltre settecento viti di due varietà PIWI crescono in vaso nel cortile del Politecnico di Torino. Un’area di test per sperimentare le ultime evoluzioni della sensoristica, per offrire una possibilità di ricerca sul campo a chilometro zero e, perché no, imbottigliare in compagnia di studenti e professori. Quello di Torino è solo l’ultimo dei vigneti urbani ideati da Luca Balbiano, produttore versatile della provincia di Torino che ha fatto dell’agricoltura in città una missione. A partire dal recupero e la successiva valorizzazione (è l’unica DOC urbana) sulle prime colline del capoluogo piemontese della storica vigna di Villa della Regina, una delle residenze sabaude patrimonio dell’UNESCO. Un percorso proseguito poi con la fondazione di U.V.A. (Urban Vineyards Association), l’associazione internazionale che riunisce alcune delle principali vigne urbane del mondo: da quella di Parigi a quella di Venezia, da quella di Barcellona a quella di Los Angeles e molte altre. Oggi è l’ideatore di Citiculture, una startup innovativa che trasforma aree cittadine e ambienti di studio e di lavoro in vigne urbane, ambienti rigenerati con il verde della vite. Un modello interessante per sviluppare tutto il potenziale naturale inespresso delle grandi metropoli.