VITICOLTURA - Sostenibilità Insetto batte insetto Il controllo biologico non è una partita giocata dall’uomo Uso e gestione degli insetti utili in viticoltura L’agricoltura ha dovuto mettere in discussione molte certezze. Tra limiti sempre più severi sui residui, resistenze in aumento e mercati esigenti, l’azienda vitivinicola si ritrova a cercare un nuovo equilibrio: intervenire senza alterare. In questo scenario, il controllo biologico — quello giocato tra organismi viventi — si sta affermando anche in vigneto. Gli antagonisti naturali rappresentano una frontiera promettente della difesa integrata: strumenti raffinati da inserire con precisione in strategie di lungo periodo. Contro parassiti complessi come ad esempio le cocciniglie, è possibile ripensare l’intero approccio alla difesa della vite. L’uomo non è più protagonista assoluto. Osserva, favorisce, coordina. La partita, questa volta, la giocano gli insetti. PRINCIPALI FITOFAGI DELLA VITE GESTITI CON CONTROLLO BIOLOGICO e rappresentano una delle minacce più ostiche da gestire nei vigneti. Protette da secrezioni cerose e nascoste nei grappoli, sfuggono facilmente ai trattamenti insetticidi e possono compromettere la qualità dell’uva sia dal punto di vista sanitario sia sotto il profilo commerciale. Entrambe le specie svernano femmine mature sotto il riditoma o nelle radici e in primavera inoltrata escono le nuove generazioni, originando le prime infestazioni sui germogli vicini al ceppo. L’attività inusuale delle formiche sulla vite rappresenta un buon indicatore di presenza di cocciniglie, in quanto si può dire che le prime “allevino” le seconde per cibarsi della melata. A tal proposito, è necessario monitorarle poiché, per difendere attivamente le cocciniglie, le stesse formiche disturbano l’attività degli ausiliari. P. ficus svolge circa 4 generazioni all’anno, ha un ciclo vitale di 30-40 giorni e le femmine ovidepongono oltre 700 uova. P. comstocki completa il ciclo in 40-60 giorni, esegue circa 3 generazioni all’anno e ovidepone oltre 200 uova. Questi fitofagi, favoriti dall’elevato tasso di umidità per scarsa aerazione della chioma e dagli inverni miti, causano sia danni diretti, legati alla suzione della linfa, che indiretti, in quanto producendo abbondante melata favoriscono la formazione di fumaggine che porta all’alterazione dei processi fotosintetici delle parti verdi della pianta. I grappoli coperti di melata non sono idonei alla vinificazione. Inoltre, a P. ficus è associata la trasmissione dei Virus dell’accartocciamento fogliare (GLRa-3), della Suberosi radicale (GVB) e del Complesso del legno riccio. Cocciniglie cotonose della vite Planococcus ficus Pseudococcus comstocki UN EQUILIBRIO DA RICOSTRUIRE Il controllo biologico delle cocciniglie cotonose ha due protagonisti complementari ( ). Il primo è Anagyrus vladimiri ( ), un imenottero endoparassitoide solitario. La femmina ovidepone all’interno dell’ ospite, dentro cui si sviluppa la larva che se ne nutre, portandolo alla morte. La femmina adulta ha dimensioni comprese tra 1,5 e 2 mm. Il ciclo di A. vladimiri (uovo – 3 stadi larvali – pupa – adulto) si svolge in un range termico ottimale di 25 – 27 °C e nell’arco di circa 18 giorni. Gli adulti sono attivi da 13 fino a 38 °C, con una vita media di 15-30 giorni, durante i quali la femmina parassitizza le neanidi di seconda e terza età e le femmine immature delle cocciniglie, mentre utilizza le larve di prima età per nutrirsi. Anagyrus vladimiri è commercializzato come individuo adulto. Il rilascio deve essere fatto nei pressi delle piante per un’azione rapida e senza rischi di predazione da parte delle formiche. La dose di impiego va dai 1500 ai 2000 individui totali inper ettaro a seconda del livello di infestazione, in 2 – 3 lanci distanziati di 10-15 giorni, a partire da maggio. figura 1 figura 2 Figura 2. Femmina di A. vladimiri in fase di parassitizzazione (foto per gentile concessione di CBC Bioplanet) Figura 1. Controllo biologico delle cocciniglie farinose su vite