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Giugno 2025 - Numero 2

MilleVigne

Marzo 2025 - Numero 1

Dicembre 2024 - Numero 4

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Il numero di giugno 2025 di Millevigne esplora i temi più attuali della viticoltura e dell’enologia, con un focus su innovazione e sostenibilità. Si parte dalle sfide dell’export negli Stati Uniti, passando per le nuove frontiere del biocontrollo in vigneto, come la confusione sessuale e l’uso di insetti utili. Ampio spazio è dedicato anche alla conduzione del vigneto biologico, dall’impianto alla gestione agronomica, e all’enologia moderna con nuovi lieviti e sostanze innovative. Articoli di approfondimento scientifico e tecnico completano un numero ricco di contenuti per professionisti del settore, offrendo strumenti pratici e aggiornati per affrontare i cambiamenti climatici, le normative europee e le nuove richieste di mercato. Millevigne si conferma punto di riferimento per un’agricoltura più attenta, consapevole e orientata al futuro

DALLA RICERCA

Due passi nella scienza, a cura di Alessandra Biondi Bartolini

EDITORIALE

Il vino italiano negli USA tra dazi, sfide e opportunità di STEVIE KIM

VITICOLTURA

Il biocontrollo in viticoltura e la confusione sessuale di Fabio Burroni e Marco Pierucci

Insetto batte insetto di Nicoletta V. Ballario

Il vigneto biologico dall’impianto alla gestione agronomica di Riccardo Castaldi

Zonazione e adattamento in un contesto che cambia di Alice Argentero

La gestione conservativa del suolo in vigneto di Lorenzo Gagliarid e Sofia Matilde Luglio

Flavescenza dorata: sensori iperspettrali nella diagnosi precoce di Marco Carli, Athos Pedrelli, Lorenzo Pippi, Samuele Risoli, Alessandra Panattoni,

Elisa Pellegrini, Cristina Nali, Lorenzo Cotrozzi

ENOLOGIA

Nuovi lieviti per nuovi vini di Raffaele Guzzon

Innovazione ed efficienza per la difesa della produzione in vigneto

Acido fumarico: un nuovo prodotto enologico di Nicole Bernardi

Importanza dei materiali nell’ossigenazione durante la movimentazione del vino in cantina di María Del Álamo Sanza, Ignacio Nevare Domínguez

Il mosto che corre di Davide Camoni

Lo zolfo: elemento trasformista dal vigneto alla cantina di Alessandra Biondi Bartolini

ECONOMIA

Vino al supermercato di Serena Leo

Alcune riflessioni sulla transizione digitale di Chiara Demichelis, Enrico Machetta

Regolamenti europei, questi sconosciuti di Michele Antonio Fino

Il caporalato è l’elefante nel vigneto di Gabriela Tirino

CULTURA E SOCIETÀ

Promuovere la cultura del bere bene attraverso l’enoturismo di Emiliano Gucci

Chanson à boire di Alberto Angelino

Caterina Borghi e la vigna di Elia di Monica Massa

OSSERVATORIO PROGETTI

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ENOLOGIA Flavescenza dorata: sensori iperspettrali nella diagnosi precoce di MARCO CARLI, ATHOS PEDRELLI, LORENZO PIPPI, SAMUELE RISOLI, ALESSANDRA PANATTONI, ELISA PELLEGRINI, CRISTINA NALI, LORENZO COTROZZI - Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali, Università di Pisa Uno studio dell’Università di Pisa ha indagato la possibilità di rilevare la malattia prima della comparsa dei sintomi La Flavescenza dorata (FD) è una delle malattie della vite più rilevanti in diverse aree europee, causando gravi perdite quantitative di produzione e un peggioramento della qualità dell'uva, con conseguenti significativi danni economici (EFSA et al. 2020). Essa è provocata da un fitoplasma (FDp), trasmesso principalmente dall'attività trofica sulle foglie della cicalina (Malembic-Maher et al. 2011; Chuche e Thiéry 2014). Scaphoideus titanus I sintomi compaiono dopo una lunga fase di latenza, solitamente l'anno successivo all'infezione e si sviluppano progressivamente durante l'estate, con manifestazioni più evidenti tra fine agosto e inizio settembre. Analogamente ad altri "giallumi della vite", le foglie infette da FDp tendono ad assumere una consistenza cartacea e fragile, con margini ripiegati verso il basso e un'alterazione cromatica che si manifesta con ingiallimenti nelle cultivar a bacca bianca o arrossamenti in quelle a bacca rossa. I germogli non riescono a lignificare e durante l'inverno i tralci non lignificati disseccano. Le infiorescenze e gli acini si disidratano e cadono. Nel tempo, le piante infette da FDp diventano sempre meno produttive, costituendo inoltre un potenziale serbatoio di inoculo. Attualmente non esistono genotipi di vite resistenti, né sono disponibili metodi di cura efficaci; le strategie di difesa sono esclusivamente preventive e le piante infette devono essere estirpate e distrutte (EPPO 2024). Nonostante che il fitoplasma FDp sia sottoposto a regime di quarantena (inserito nella lista A2 dell'EPPO) e siano obbligatorie le misure di contrasto al vettore mediante trattamenti insetticidi e monitoraggi specifici della malattia, la FD continua a diffondersi in Europa (EFSA et al. 2020). Un elemento critico è rappresentato dal monitoraggio di FD, che tradizionalmente viene effettuato visivamente in campo. Questo approccio risulta dispendioso in termini di tempo, incapace di individuare la malattia nelle fasi iniziali, poco praticabile su superfici estese e soggetto a errori. Una diagnosi affidabile può poi essere ottenuta solo attraverso diagnostica molecolare del DNA del fitoplasma (Pedrelli et al. 2024). Tuttavia, anche questi metodi di laboratorio, oltre ad avere costi elevati, richiedono tempo e necessitano di personale altamente qualificato per la loro esecuzione. Per superare queste criticità, che rappresentano un punto nevralgico nella gestione della FD, è quindi necessario sviluppare e adottare nuovi metodi innovativi che consentano una rilevazione più efficace della malattia, superando i limiti delle attuali pratiche visive e molecolari.

Nuove tecniche in vigna, biocontrollo, dazi USA e innovazioni enologiche nel numero di giugno 2025 di Millevigne.