ENOLOGIA Nuovi lieviti per nuovi vini di RAFFAELE GUZZON - Fondazione Edmund Mach Dalla selezione al miglioramento dei lieviti enologici tra passato e futuro La selezione dei lieviti di interesse enologico è iniziata ormai più di un secolo fa, ma le mutate condizioni climatiche e le nuove richieste dei consumatori stanno mettendo in discussione molto di quello che è stato fatto nei decenni passati. Anche il rinnovato interesse per i lieviti non- ha portato nuova linfa al settore della selezione dei lieviti che ormai si riteneva quasi esaurito. Identificare un nuovo ceppo, dall'isolamento in natura alla messa in commercio, è un processo lungo, complesso e ricco di occasioni di insuccesso. Pertanto, accanto al lavoro di isolamento e selezione, sono stati sviluppati approcci differenti per ottimizzare la produttività di questo processo, accelerando le mutazioni o incrementando in via artificiosa la biodiversità naturale, oltre che per orientare l'evoluzione delle linee cellulari e ottenere risultati rispondenti alle aspettative in maniera certa e rapida. Le tecniche di selezione dei lieviti sono molte e spesso decisamente specialistiche. Per avere una visione d'insieme su questo interessante aspetto della microbiologia applicata all'enologia ci viene in aiuto un Documento di Competenza Collettiva, editato recentemente dall'OIV (OIV, 2021, ) e che, aspetto notevole, ha come promotori un gruppo di microbiologi italiani che vantano una lunga esperienza nel settore enologico. Vediamo dunque quali sono i principali approcci, attuali e futuri, alla selezione di nuovi lieviti per l'enologia. Saccharomyces Techniques for genetic improvement of wine yeasts starter PRIMA DI TUTTO LA SELEZIONE CLONALE DELLE POPOLAZIONI NATURALI La selezione clonale si basa sullo di ampie collezioni di ceppi di lievito isolati da differenti contesti nella filiera di produzione (uva, mosto, cantina). Lo scopo è di identificare un numero ristretto di individui che presentino caratteri fenotipici di interesse per l'industria vinicola, come resistenze, produzione di aromi, carattere killer etc. È l'approccio più tradizionale alla creazione di nuovi enologici; dunque, diversi autori hanno elencato i più interessanti caratteri di selezione. Tra questi l'identificazione della specie e l'unicità del ceppo isolato, le caratteristiche fisiologiche e metaboliche più rilevanti da considerare dal punto di vista tecnologico, l'attitudine fermentativa, le interazioni con altri microrganismi durante la fermentazione (Carattere killer, compatibilità con e lieviti non- ) e l'adattabilità del ceppo alla produzione industriale di che risultino conformi alle specifiche OIV. La selezione clonale è comune nella specie , e oggi è applicata anche nei lieviti non- , ovviamente adattando le indagini di ricerca dei caratteri fenotipici alle peculiarità e alle potenziali applicazioni di ciascuna specie. La selezione clonale, sebbene molto efficace per isolare la diversità naturale dei lieviti enologici, potrebbe non essere sufficiente per ottenere ceppi con una combinazione peculiare di caratteri, raramente diffusa in natura, ma proprio per questo maggiormente attraente dal punto di vista commerciale. Inoltre, è una pratica lenta, dispendiosa e dai risultati incerti, in quanto non è detto che si possa isolare un lievito con i caratteri desiderati. screening starter Oenococcus oeni Saccharomyces starter Saccharomyces cerevisiae Saccharomyces AUMENTARE LA DIVERSITÀ E SELEZIONARE I CARATTERI INTERESSANTI CON LA MUTAGENESI L'induzione di mutazioni mediante mutageni chimici o fisici mira a generare una variazione genetica casuale, aumentando la biodiversità all'interno di una popolazione di lieviti, ed è poi seguita dalla selezione degli individui con fenotipo ritenutì più interessanti dal punto di vista tecnologico, come descritto nella selezione clonale. Questa tecnica è generalmente utilizzata per la rimozione dei caratteri monogenici indesiderati o per migliorare un carattere specifico, poco diffuso o piuttosto omogeneo nella popolazione isolata. Per fare un esempio questa tecnica è stata utilizzata per ottenere dei ceppi di lievito con una ridotta produzione di acido acetico, rispetto al ceppo originale. Uno dei principali svantaggi è che le mutazioni casuali, sebbene possano migliorare determinati tratti, può influenzare anche altri caratteri utili e, più in generale, influire negativamente sulla dei mutanti risultanti. Inoltre, poiché i ceppi per uso enologico sono spesso orniotallici e almeno diploidi, le mutazioni su un singolo allele potrebbero non essere facilmente espresse nei mutanti. Per questo motivo, la mutagenesi dovrebbe essere applicata a cellule vegetative e a spore aploidi. Studi recenti, che utilizzano la mutagenesi naturale o chimica accoppiata alla selezione su un metabolita tossico, ne hanno dimostrato l'applicabilità anche su lieviti vinari diploidi (Cordente 2018). fitness et al.