ECONOMIA Vino al supermercato di SERENA LEO Bianchi e bollicine premiati dai consumatori, ma a lungo termine serve una strategia su rossi e bevande NoLo Quando si parla di vino al supermercato si apre un universo parallelo a quello più esclusivo fatto di enoteche e . Si tratta di un mondo pop, socialmente aperto a nuovi scenari e, a volte, anche meno ancorato su argomenti enologici di non facile comprensione. È un pubblico che cambia in continuazione e pone gli addetti ai lavori a un’attenta analisi sulla direzione futura che prenderanno i consumi di vino. I dati rilasciati da Circana a Vinitaly riguardo al vino in GDO, registrano nel 2024 vendite per 753 milioni di litri di vino e spumanti. Il valore complessivo del vino venduto risponde a 3,2 miliardi di euro. Si tratta di cifre importanti, ma che denotano un calo dello 0,7% rispetto all’anno precedente. Ciò che emerge nel 2024 però, è una crescita a valore caratterizzata da un segno positivo (+2,3%). shop online A piacere sono gli spumanti con il Prosecco ancora in (+4,2% a volume e un +3,6% a valore rispetto al 2023). Per quanto riguarda i vini fermi c’è una crescita a valore del 3,1%, corrispondente a una variazione a volume del -0,7%. Le perplessità riguardano i vini rossi che continuano a registrare cali nel volume (-1,3%) nonostante i 271 milioni di litri all’attivo. I frizzanti perdono quota, ma guadagnano i vini bianchi con 248 milioni di litri acquistati. Sarà proprio quest’ultima categoria, secondo l’osservatorio Circana, a conquistare il cuore del consumatore nei prossimi anni e mesi. Piaceranno i vini con una buona sapidità, non eccessivamente costruiti e di pronta beva. Il rosato infine, si conferma un’ottima preferenza con più di 37 milioni di litri venduti. “ La situazione è piuttosto dinamica e coerente con l’aspetto demografico che cambia del nostro paese. La popolazione italiana tende ad avanzare con l’età e compra in base alle indicazioni ricevute in famiglia. Possiamo dire però, che è rimasto il vino sulla tavola, ma mancano i commensali”. Così , CS account director di Circana, legge tra i numeri cosa cambia al supermercato. “Nel corso degli ultimi 10 anni abbiamo un progressivo spostamento verso i bianchi e se guardiamo si sono allargato verso gli spumanti. La sofferenza è dei vini rossi, storicamente preferiti dagli italiani. È una fascia che tiene, ma soffre. Cambia lo stile di consumo perché si opta per vini più leggeri, quasi da aperitivo. Quindi più agilità per una cucina meno elaborata”. L’analisi mostra un progressivo calo della tensione inflazionistica. Infatti il cliente mette nel carrello prodotti di maggior valore rispetto al 2023 ed è il prezzo più alto a determinare la scelta. Si tratta di bottiglie dal costo maggiore di 10 euro, prodotti premium destinati a consumatori che godono di maggiore stabilità economica. Il calo invece riguarda la pancia del mercato ancorata al consumo quotidiano. Soffrono gli spumanti metodo Charmat venduti a meno di 5 euro a bottiglia. Il consumatore cambia e cadono i tabù una volta. Il vino al supermercato non è destinato ad andare nei carrelli di un pubblico meno abbiente, anzi, ci sono i cosiddetti consumatori che sperimentano, andando alla ricerca del giusto rapporto qualità-prezzo. “La GDO ha sdoganato il consumo di vino nei supermercati. Qui si trovano, prima di tutto, delle denominazioni più famose e quelle a più piccole. Ci si rivolge a chi magari, ha conosciuto una certa etichetta in vacanza e la ritrova dietro casa. L’enoteca del supermercato però, è democratica, quindi si trovano vini di tutti i tipi e per tutte le tasche”. Il consumatore che sceglie di acquistare al dettaglio lo fa perché è spaventato dai troppi cerimoniali che il vino richiede in enoteca e a tavola. Il sommelier o l’appassionato, a volte anche giudicante, crea soggezione nel consumatore che vuole essere libero. pole position Tutto sommato il vino in GDO gode di buona salute. Virgilio Romano CAMPANILISMO DA VINO. PERCHÉ ESISTE? Il vino è anche una questione di regionalismo, come emerge dai dati. Il consumatore sceglie di bere anche tenendo conto delle regioni tradizionalmente vocate, afferma Romano, “Sono avvantaggiate le regioni con maggiore vocazione vitivinicola e penalizzate altre. La GDO deve saper temperare il regionalismo con l’interregionalismo. Il consumatore abituato a bere il vino regionale deve provarne e ad aderire oggi. La quota di scaffale dei vini bianchi è aumentata e anche le cantine storicamente rossa ora producono bianchi perché il mercato li vuole, modificando l’offerta originaria. Serve una programmazione a lungo termine per le aziende che la vogliono fare e il venditore la vende e incontrare i gusti del consumatore che cambia velocemente soprattutto perché ci sono limiti naturali all’interesse per il prodotto”. E ci si riferisce alla denominazione. E allora se bevono gli italiani in “casa propria” a parte il Prosecco? I vini di prossimità, quelli di casa, crescono. “L’attenzione del cliente è ora molto alta, ma senza grandi guizzi. L’Italia resta un Paese estremamente attaccato alle proprie radici e anche il vino ne è lo specchio.” Virgilio Romano