Sostenibilità VITICOLTURA Le micorrize, un alleato per la vite di VINCENZO MICHELE SELLITTO Il suolo è un ecosistema vivo dove i funghi micorrizici arbuscolari (AMF) svolgono un ruolo chiave nella nutrizione, la resistenza agli stress e la qualità Quando pensiamo al suolo, tendiamo a considerarlo un elemento inerte, composto solo da terra, acqua e aria. In realtà esso è un ecosistema vivo e complesso, abitato da microrganismi e macrorganismi che interagiscono tra loro e con le radici delle piante. Il microbioma del suolo, costituito da miliardi di microrganismi (batteri, funghi, microalghe, protozoi), è la componente invisibile ma attiva di questo ecosistema: decompone la materia organica, libera nutrienti, protegge le radici e mantiene fertile il terreno. Alcuni microrganismi aiutano le piante ad assorbire meglio elementi chiave come azoto e fosforo, altri le sostengono nel fronteggiare . Le piante, dal canto loro, non restano passive: rilasciano composti dalle radici per attrarre i microrganismi più utili. Un dialogo continuo, antico e naturale, su cui si fonda l’equilibrio degli ecosistemi agricoli. , soprattutto in colture di pregio come la vite, con cui instaurano una simbiosi capace di migliorare la resistenza alle malattie, aumentare la tolleranza e rafforzare la qualità del prodotto finale e contribuire in modo rilevante all’espressione del terroir. I funghi micorrizici interagiscono con le radici, aumentando la disponibilità di nutrienti (come fosforo, azoto, magnesio, zinco), e migliorando la tolleranza delle piante a stress come siccità e salinità. Inoltre, sono coinvolti nel creare aggregati stabili e nel migliorare la struttura idrica del suolo, anche grazie alla glomalina, una glicoproteina che agisce come collante. stress ambientali e malattie Nell’ambito del microbioma del suolo assumono un ruolo importante anche i funghi micorrizici Sebbene non direttamente, sono coinvolti nella degradazione della materia organica e favoriscono l’attività microbica nella rizosfera. In agricoltura, questi funghi vengono oggi studiati e usati come e inseriti in formulati microbici per favorire una produzione più sostenibile. biostimolanti L’AVVICINAMENTO E POI LA SIMBIOSI: COME I FUNGHI SI INCONTRANO CON LE RADICI La micorrizzazione, nel contesto dei Funghi Micorrizici Arbuscolari (AMF), è un processo che stabilisce una tra questi funghi e le radici di circa l’80% delle specie vegetali terrestri. Questa associazione è cruciale per la nutrizione e la resilienza delle piante, in quanto gli AMF, essendo biofiti obbligati, dipendono dalla pianta per il carbonio (zuccheri e lipidi), mentre in cambio forniscono alla pianta nutrienti minerali essenziali, in particolare fosforo (P) e azoto (N), che assorbono dal suolo attraverso una vasta rete di ife. Questo speciale legame tra piante e funghi micorrizici non nasce per caso, ma è il risultato di una comunicazione che inizia ben prima del contatto fisico ( ). Tutto comincia nella rizosfera, la zona di suolo attorno alle radici, dove la pianta invia segnali chimici per “farsi riconoscere” dal fungo. Tra questi segnali ci sono gli strigolattoni, molecole che la pianta rilascia in particolare quando il suolo è povero di fosforo. Questi composti, derivati dai carotenoidi, stimolano l’attività del fungo e ne guidano la crescita verso la radice. simbiosi mutualistica figura 1 La micorrizzazione è un processo articolato in più fasi, tutte fondamentali per l’instaurarsi della simbiosi. Figura 1. Sezione di tessuto radicale al microscopio ottico con colonizzazione da parte di funghi micorrizici. Le strutture blu più scure all’interno delle cellule corticali indicano la presenza di ife fungine e potenzialmente arbuscoli e vescicole, coinvolti nello scambio di nutrienti tra pianta e fungo.