
Mentre pensavo a come il consumo di vino abbia accomunato e legato fin da tempi antichissimi i popoli che si affacciano sul Mediterraneo, la festa si animava sempre di più.
«Non bevi? – mi chiese in un perfetto italiano un bel ragazzo biondo, porgendomi un bicchiere colmo di retsina – Sai come si dice da noi la parola “vino”? Si dice krasì. Probabilmente, e tu lo saprai di sicuro, si collega al verbo greco antico kerannumi, che significa “io mescolo” perché da millenni lo mescoliamo con un po’ di resina profumata. Ma prima si diceva oinos, più o meno come voi “vino”: lo storico Erodoto chiama Oinotria, cioè “terra del vino”, la Lucania, abitata dai Bruzi, poi il termine passò a definire tutta la penisola italiana. Come vedi, il vino ci unisce. E, già che ci sono, mi presento: mi chiamo Kostas e sono un vecchio amico sia di Katerina che degli sposi!»
A quelle parole non potei fare a meno di sorridere, sia per l’ineccepibile presentazione che per quello che aveva detto a proposito della terra del vino: in fondo era proprio ciò che avevo pensato un secondo prima.