La storia in un cratere

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Il cratere era un tipo di vaso che serviva a mescolare il vino con le parti di acqua stabilite. Poteva essere di varie forme, a volute, a colonnette, a campana, e di vario materiale, terracotta, ceramica, argento o ferro, ad esempio. Nell’antichità mescolare il vino nel cratere era una cerimonia che, dalla bellezza e dal materiale dei recipienti, mostrava la ricchezza e la potenza della famiglia ospite. Il più famoso dei crateri è sicuramente il vaso François che fu trovato vicino a Chiusi, in Toscana, dall’archeologo Alexandre François nel 1840.

La tomba in cui il vaso era rimasto per più di venti secoli, era già stata saccheggiata: i ladri, inferociti, probabilmente per non aver trovato oro o argento, avevano spaccato tutto quello che c’era, tra cui questo vaso, disperdendone i cocci nei campi, in una estensione, si pensa, pari al Colosseo di Roma. François li raccolse quasi tutti e li portò a Firenze dove il bellissimo vaso fu ricomposto quasi interamente da abili restauratori, secondo i canoni di allora che tendevano a “inventare” e a riempire, con aggiunte elementi di fantasia, quello che era andato perduto.