
Non si può parlare di vino nella Grecia antica senza parlare anche dei recipienti creati appositamente per contenerlo, mescerlo e per berlo. Venivano prodotti in tante forme diverse, inizialmente a Creta, poi a Corinto, infine ad Atene nel quartiere del Keramikòs, il quartiere dei vasai da cui deriva il nome “ceramica”.
Queste coppe sono oggetti bellissimi, vere opere d’arte. D’altra parte – continuò Katerina – il design occidentale è nato proprio da qui, dalle forme e dai disegni che ornano gli antichi vasi greci. E non partiamo subito, come tutti potrebbero immaginare, dai vasi a figure nere e poi a figure rosse dei ceramisti ateniesi. Anche in epoche precedenti il vino era un bene prezioso e come tale veniva consumato in recipienti altrettanto preziosi come le due splendide tazze in oro, risalenti al 1600-1500 a.C., note come coppe di Vaphió. Vaphió, o Vapheio, è il nome di una località della Laconia, situata a circa 9 km a sud di Sparta, dove fu ritrovata nel 1889 una tomba a tholos che fortunatamente non era stata depredata.
Del ricco corredo funebre facevano parte due coppe in oro martellate. Su una delle due è rappresentata la cattura di tori selvatici tra alberi, cespugli e rocce.