«Non lo sapevo – disse Katerina – davvero quando a Firenze ordinavo arista o bevevo vinsanto non pensavo che ci fosse un collegamento con i miei antenati greci di Costantinopoli. Ora che ci ripenso però, la cavalcata dei Magi a Palazzo Medici-Riccardi mi aveva impressionato per quella straordinaria ricchezza nei dettagli degli abiti e dei gioielli dei personaggi dipinti da Benozzo Gozzoli. Sentivo che c’era qualcosa di oriente...» e nel dire questo sorrise.

«Anch’io, quando sorseggio un buon calice di Chianti non penso al “mare color del vino” di Omero o ad Alceo che brinda alla morte del tiranno Mirsilo. Bevo e basta. Ma sempre con moderazione, come diceva Carlomagno» aggiunsi.