
Ormai era notte fonda, avevamo mangiato ancora qualcosa e pure un po’ bevuto. Superato un certo limite, la notte passò velocemente e ci trovammo all’alba senza accorgercene. Ho dei ricordi un po’ confusi di quella serata così lunga e così insolita: forse qualche bicchiere di vino in più lo avevo bevuto anche io perché, pur essendo notte, faceva un gran caldo e la retsina fresca ora andava giù che era un piacere. E l’ametista che indossavo mi pare facesse poco effetto.
Il vino era stato un incredibile argomento di conversazione che ci aveva tenuti impegnati per ore e avremmo potuto tirar mattino senza problemi tante erano le storie e i riferimenti sulla divina bevanda.
Avevamo citato Omero, i lirici, i poeti latini e, a esser più precisi, avremmo potuto citare interi testi di letterature antiche e moderne. Kostas taceva e mi osservava. Poi con il bicchiere in mano per quello che, si pensava, fosse l’ultimo brindisi, si avvicinò a me.
«Di quante cose interessanti abbiamo parlato! Oggi è stata una lunga giornata, la festa continua domani anche se gli sposi sono già partiti per la luna di miele. La gente avrebbe da ridire se i genitori della sposa non consentissero pranzi e bevute per qualche giorno almeno.»