
La retsina che ancora oggi si produce in Grecia si ottiene aggiungendo al mosto la resina di pino, in modo che venga assimilata durante la fermentazione e conferisca al prodotto finale il tipico aroma che lo contraddistingue. Questa bevanda è esportata in tutto il mondo come “vino greco”, ma pochi sanno quanto questo prodotto della civiltà ellenica abbia influenzato le moderne abitudini del bere.
Ad esempio, il vino mescolato con erbe e resine nel Medioevo prese il nome di ippocrasso, poiché se ne attribuiva l’invenzione a Ippocrate di Coo, considerato il padre della medicina. Nel V secolo a.C. il medico greco sarebbe stato il primo a far macerare nel corposo vino rosso della sua terra i fiori di artemisia absinthium e di dittamo per ottenere una bevanda medicinale.
Quando i Romani importarono la ricetta a Roma, dove tutto ciò che era greco era considerato “di tendenza”, la arricchirono con foglie di timo, rosmarino e mirto.
In età medievale poi il vino speziato era usato come rimedio farmacologico dalla Scuola Medica Salernitana, la più importante istituzione medica attiva nell’Occidente cristiano nel IX secolo.