IL GRIGNOLINO E IL METODO TRADIZIONALE Nel 1784 comparve a Torino, presso la tipografia dei Fratelli Reycends, un'opera firmata con uno pseudonimo. Si tratta del libro " " del Chevalier De Plaigne. Dell'autore non sappiamo molto di più del fatto che partecipò alla fondazione dell'Accademia d'Agricoltura, che era un francese di stanza a Torino e che si occupava (non sappiamo in che ruolo preciso) della produzione dei vini sulla collina torinese. " " è un'opera dettagliata, che si prefiggeva lo scopo di spiegare il modo di piantare le vigne, di coltivarle, di fare il vino, di conservarlo nelle botti e di prepararlo in maniera tale da mantenerlo sano e adatto ad una lunga conservazione. In questo testo appare un primo rapidissimo consiglio per la presa di spuma dei vini bianchi. Secondo il Chevalier De Plaigne non c'era niente di più facile che fare spumeggiare il vino bianco: 24 ore prima di metterlo nelle bottiglie, si deve mettere della polvere di zucchero candito nella proporzione di un pezzo da due pollici (circa 5 cm) per una quantità di cinque brente di vino. Si può ipotizzare che un pezzo di zucchero compatto di queste dimensioni corrisponda a 200 grammi. Quindi è questa quantità di zucchero che De Plaigne suggeriva di usare per 250 litri di vino. Si tratta però di una dose decisamente bassa, di certo insufficiente a fare spumeggiare un vino. Unico altro consiglio: imbottigliare all'equinozio di primavera. Le vigneron piemontais 56 Le vigneron piemontais Pochi anni dopo, il 10 aprile 1787, il futuro presidente degli Stati Uniti Thomas Jefferson attraversava la frontiera francese lungo il fiume Var ed entrava a Nizza, che allora faceva parte delle terre del Piemonte. La sua breve puntata nel Nord Italia era dettata da un motivo ben preciso: ottenere tutte le informazioni possibili sulla locale coltivazione del riso. Durante questo suo viaggio, il 16 aprile 1787 Jefferson si fermò a Torino. Alloggiò all'Hotel d'Angleterre, che era un locale quotato e ben frequentato. Molto probabilmente fu qui che Jefferson assaggiò il "vino rosso di Nebbiolo" trovandolo piacevole e originale.