Il conte Brachetti Peretti ha ricercato la bellezza non solo nel “luogo”, ma anche nei prodotti, affidandosi nel 1997 al miglior enologo possibile, il compianto Giacomo Tachis. Lui è Aldo Brachetti Peretti che, sfortunatamente, non abbiamo potuto incontrare, che ci è sembrato di esserne accompagnati in ogni angolo della sua azienda. presto per chiedergli direttamente cosa rappresenti per lui Il Pollenza e, soprattutto, per spingerlo ad aprire questo gioiello incastonato nelle suggestive colline marchigiane ad un numero crescente di ospiti che ancora non conoscono un luogo di rara bellezza come questo. Nella visita siamo comunque stati accompagnati da un ottimo , business development manager dell’azienda, una delle migliori donne manager del vino che conosciamo. ma il suo spirito e la sua eleganza aleggiano in maniera così evidente in tutta la tenuta Speriamo però di poterlo incontrare “ambasciatore” della tenuta, Lucrezia Bencivenga Il conte Brachetti Peretti ha ricercato la bellezza non solo nel “luogo”, ma anche nei prodotti, affidandosi nel 1997 al , un uomo al quale si deve gran parte del rinascimento vitivinicolo italiano. Alla scomparsa di Tachis il testimone è passato, nel 2007, ad un altro grande dell’enologia italiana, con una vocazione, in particolare, alla longevità. miglior enologo possibile, il compianto Giacomo Tachis Carlo Ferrini, e questo ha consentito a Il Pollenza di regalarci eccellenze enologiche assolute