A Ponente, intanto, Flavio Biondo, Leandro Alberti e Agostino Giustiniano, sulla scia del Bracelli parlano della vite e della produzione vinicola: «Il Biondo cita l'abbondanza dei vigneti di Diano e di Andora ed il moscato di Taggia; l'Alberti ricorda Taggia ed Andora; il Giustiniani accenna ai vini del territorio di Triora, a quelli delle valli del Marro, di Diano, di Andora e di Alberga, a quelli del Finalese e, soprattutto, al moscatello che si produce nel territorio di Taggia». Ma sarà soltanto all'inizio del Seicento che Bartolomeo Paschetti, nobile veronese trapiantato in Liguria, in un suo scritto fornisce altri dettagli dei vini rivieraschi, distinti in piccoli, mediocri e grandi. Sono piccoli «quelli che voi altrimenti chiamate bruschi e acerbi, de' quali abbondano le vostre Riviere: mediocri quelli che il volgo a Genova chiama ritondi, non asperi, non acerbi... Grandi sono i moscatelli di Tabbia, gli amabili e i razzesi delle Cinque Terre, i vini di Pietranera e di Capocorso... vini tutti da bere tre mesi all'anno: genaio, febraio e marzo, e non a tutto pasto essendo molto potenti. Li moscatelli e gli amabili sono in grandissimo pregio essendo dolci e di sapore soavissimo; onde la maggior parte di essi conduconsi fuori del dominio, a Roma particolarmente e in Alemagna. Il moscatello tiene più del dolce e del color dell'oro». Se «quelli del Cervo, come che tengono natura e conditione di vino anzi grande che piccolo, sono migliori per bere l'invernata che l'estate», da Ventimiglia «conduconsi a Genova l'invernata vini bianchi e neri, più utili, portando molta acqua, che grati al gusto o sani al corpo, essendo vini grossi, molli e insipidi, facili a generar ostruttioni e sangue grosso. Dalla Riviera di Ponente escono pochi altri vini eletti e buoni dai moscatelli in poi, li quali parte vengono da S. Remo, parte da Tabbia. Però la maggior parte e i migliori conduconosi da Tabbia». 80 81 82 83 «Leandro Alberti (Bologna 1479-1552) è stato uno storico, filosofo e teologo italiano. Faceva parte dei Domenicani e viaggiò molto per tutta l'Italia, incontrando numerosi uomini di lettere del suo tempo. Fu inquisitore a Bologna nel 1550 e nel 1551. Si rese autore di diversi saggi, di racconti agiografici, di un'opera in sei volumi sulla vita di famosi appartenenti ai Domenicani e di una storia della Madonna di San Luca. Redasse anche una storia della città di Bologna fino all'anno 1273. Il suo scritto più apprezzato è certamente , che fu pubblicato a Bologna nel 1550. Opere: ; ; ». Da . 80. Descrittione di tutta l'Italia Isole appartinenti all'Italia Libro detto strega o delle illusioni del demonio Descrittione di tutta l'Italia http://www.summagallicana.it/lessico/a/Alberti%20Leandro.htm Balletto, , cit., p. 123. 81. Vini tipici della Liguria tra Medioevo ed Età moderna B. Paschetti, , Pavoni, Genova 1602. 82. Del conservare la sanità e del vivere de' Genovesi Quaini, , cit. pp. 112-113. 83. Per la storia del paesaggio agrario in Liguria 5. Le battaglie dei vini Intorno al 1223 Henri d'Andeli, troviere normanno, compone la , in cui racconta che il re di Francia Filippo Augusto (1180-1223 d.C.), desiderando raccogliere intorno a sé i migliori vini della Terra, aveva inviato diversi messaggeri con il compito di portargli più di ottanta vini pregiati francesi e non. Il re è supportato, nella degustazione, da un sacerdote inglese, con il quale giudicherà e ricompenserà i migliori fra di essi: i vini, nella gara tra loro, vanteranno le loro migliori qualità e denigreranno i difetti altrui. 84 Bataille des vins Viene spontaneo domandarsi il perché di un prete inglese e non normanno, romano, longobardo o di altre parti. Il Troviere è un poeta e un cantore, nel periodo del medioevo, nel nord della Francia dove viene usata la lingua d'oil. In contrapposizione al più famoso trovatore che opera al sud del paese, in Provenza, dove si parla la lingua d'oc. 84.