Il "discorso" in questo senso non si colloca esclusivamente nel rapporto di unione e di traduzione tra una materialità definita dal mondo socio economico e dalle rappresentazioni intese come costruzioni, più o meno consapevoli, di immagini del mondo, a loro volta capaci di orientarci in esso, ripercorrendo così in forma stantia una sorta di rapporto tra struttura e sovrastruttura, ma si posiziona come pratica di costruzione di verità intorno a un tema, in virtù del fatto che è pronunciato da coloro che ne hanno diritto, secondo il rituale richiesto. In questo senso "il discorso" esprime la costruzione di plausibilità intorno alla formazione di poteri diffusi, più o meno stabili e in continuo conflitto tra di loro: «già nei poeti greci del VI secolo, il discorso vero – nel senso forte e valorizzato del termine – ... era il discorso che, profetizzando il futuro, non solo profetizzava quel che stava per accadere, ma contribuiva alla sua realizzazione, comportava l'adesione degli uomini e si tramava così col destino. Ed ecco che un secolo più tardi la più alta verità non risiedeva ormai in quel che il discorso era o in quel che faceva, bensì in quel che diceva: un giorno è venuto in cui la verità si è spostata dall'atto ritualizzato, efficace e giusto, d'enunciazione, verso l'enunciato stesso: verso il suo senso, la sua forma, il suo oggetto, il rapporto colla sua referenza». 12 Foucault, L'ordine del discorso, cit., p. 15. 12 Non si può cogliere il senso e l'attualità dell'analisi del discorso proposta da Foucault se la si scioglie dalla sua portata politica, dallo spirito di emancipazione che la inquieta, dal lascito di cui si fa carico: il rovesciamento, la discontinuità, la specificità e l'esteriorità: «Rovesciamento: riconoscere nel ruolo positivo tradizionalmente attribuito alle nozioni di autore, opera, disciplina, volontà di verità, delle istanze di controllo e rarefazione del discorso; dei dispositivi che regolano il proliferare dei discorsi secondo limiti, ordine e misura riconoscibili. Discontinuità: riconoscere che al di là delle istanze di controllo non vi è un discorso unico e semplice, da queste represso, ed al quale bisogna restituire la parola, così come non vi è un'unica istanza di potere che esercita il controllo da un'unica posizione e secondo un unico fine. Specificità: il discorso non è semplice rispecchiamento della realtà ma la sua elaborazione. Dal tipo di elaborazione dipende l'integrazione del discorso in un certo ordine o la sua esclusione, la regolarità o rarità delle sue apparizioni in ambiti differenti o contigui. Esteriorità: l'analisi non si rivolge al discorso quale semplice manifestazione di un significato, di un pensiero da interpretare, ma procede "verso le sue condizioni esterne di possibilità"». 13 F. Vitale, Analisi del discorso. 13 2. Strutture sociali e capitale simbolico È grazie al lavoro di Pierre Bordieu che si è arrivati alla sistematizzazione della possibilità di analizzare un dato campo di ricerca come fosse una sfera sociale parzialmente autonoma, con delle proprie regole, un proprio linguaggio, codici ecc., storicamente collocata, quindi in rapporto con altri campi e strutture, e dotata di un capitale simbolico anch'esso peculiare: «Contro la visione astorica della scienza economica, bisogna quindi ricostruire da una parte la genesi delle disposizioni economiche dell'agente economico, e in particolare dei suoi gusti, dei suoi bisogni, delle sue propensioni o attitudini (al calcolo, al risparmio o al lavoro stesso), e, dall'altra, la genesi del campo economico stesso: in altre parole, fare la storia del processo di differenziazione e autonomizzazione che conduce alla costituzione di questo gioco specifico: il campo economico come mondo retto da leggi proprie, e che per ciò stesso conferisce una validità (limitata) alla radicale autonomizzazione attuata dalla teoria pura nel costituire la sfera economica come universo separato». 14 15 Lo stesso potrebbe darsi per ogni altro campo d'indagine e, nel caso di questa ricerca, di quello giuridico, scientifico ecc. P. Bourdieu, Le strutture sociali dell'economia, Asterios, Trieste 2004, p. 22. 14 15