CAPITOLO QUARTO 1. Verso i Lumi Dalla seconda metà del Seicento a tutto il Settecento la fioritura delle grandi ville signorili in Piemonte, in Lombardia, in Liguria, in Sicilia e in Veneto, dove agli inizi del XVII secolo supera la cifra di 330, comincia ad assumere un'importanza notevole come nuovo centro di sviluppo dell'agricoltura capitalistica: «Anche là dove, del resto, come in Toscana, più numerose erano le famose ville signorili già costruite nei secoli precedenti, in una diversa congiuntura economica e sociale, non è difficile seguire, dalla fine del '600 a tutto il '700, un analogo sviluppo della loro funzione, nel senso di una loro trasformazione – da luoghi d'ozio, di cacce, di svaghi – in centri d'investimento capitalistici nell'economia terriera, e di riorganizzazione della produzione e del paesaggio agrario. Proprio la Toscana, anzi, diverrà in Italia il luogo caratteristico della "fattoria", centro di una complessa organizzazione della grande azienda signorile appoderata, generalmente annessa, appunto, a una grande villa padronale. [...] L'evoluzione capitalistica dell'azienda signorile non è d'altronde necessariamente legata, nel secolo XVIII, alla costruzione o alla trasformazione di una residenza padronale. Nel Napoletano, ad esempio, il Settecento è proprio il secolo semmai, nel quale molti feudatari abbandonano e lasciano andare in rovina i loro castelli, per passare la maggior parte dell'anno nella capitale o nei centri maggiori [...] ma questo non toglie che, anche in molte province del Napoletano – nelle Puglie, ad esempio – non si possano rilevare i segni di quella stessa evoluzione capitalistica dell'azienda signorile, che già abbiamo riscontrato per altre parti della penisola. [...] Quel che accomuna queste varie forme, comunque, è una grande compenetrazione dei nuovi rapporti di produzione capitalistici con gli antichi rapporti feudali, che da tale compenetrazione restano profondamente mutati nel loro contenuto e nel loro significato storico, anche se molte forme ne sono mantenute». 1 Sereni, , cit., pp. 290-291. 1. Agricoltura e mondo rurale Parimenti alla villa, ma con diversa connotazione sociale e organizzativa, è la cascina, tipicamente lombarda ma assai diffusa anche in Piemonte, sia nelle zone risicole e che foraggere, in gran parte dell'Emilia, a fare da volano allo sviluppo capitalistico dell'agricoltura irrigua padana: «Fra la fine del Cinquecento e l'inizio del Seicento la cascina comincia a definire la propria fisionomia con l'aumento del numero delle stalle e l'ampliamento di quelle preesistenti, con nuove dimore per salariati, la pila da riso, il mulino, i locali per l'attività casearia, ma anche il forno, il torchio per il vino, alcune botteghe artigiane, l'oratorio per la messa domenicale. 2 I termini e compaiono già negli statuti Biellesi, mentre è riscontrabile a Milano nel 781 d.C. La parola cascina, come è in uso oggi, si trova per la prima volta in due documenti datati 1189 e 1191. Cfr. A. Prati, , Milano 1970 e Battistini-Alessi, , Firenze 1975, citati in A. Locatelli, , in . «Occorre ora tornare a considerare il termine " ". Può essere di qualche utilità notare la derivazione di " " dal lat. . La parola "casso" è presente infatti, spesso nella forma "cassi da terra", per indicare una tettoia chiusa su tre lati, posta in proseguimento della stalla e del soprammesso fienile. Ma ciò che più importa è che spesso i nostri documenti descrivono le cassine in termini di numero di cassi o di numero di travate. Per questo motivo pare ragionevole supporre che "casso" e "travata" fossero misure volumetriche, ossia moduli edili di valore standardizzato, benché probabilmente con diversificazioni metrologiche subregionali, almeno nella fase più antica, legate a usi locali, non diversamente da quanto si praticava per le misure fondiarie. A questo proposito si può osservare che l'uso di "casso" e di "travata" si stabilizza nel corso del tempo tra XVI e XVIII secolo, tendendo – sembra – ad acquistare una sempre più precisa capacità di connotazione. Paiono significativi sotto questo aspetto due documenti cinquecenteschi. Il primo è una relazione di visita alla grangia di Borgonuovo di Pancalieri nel 1520, nella quale le dimensioni dell'edificio si danno in trabucchi ("... "), ad eccezione però delle tettoie, o cassi, che sono soltanto numerati: "... ...". Il secondo documento è una relazione di visita alla grangia della Margarita, nel territorio di Tronzano, nel 1567. Si tratta certamente di una cassina a corte chiusa, composta tra l'altro da " ". L'uso di descrivere gli edifici attraverso le loro misure – esemplificato nel primo documento – diventa nella seconda metà del secolo XVI una forma di specificazione di una espressione più sintetica. In questo modo si continuano a descrivere le case rurali ancora nella prima metà del secolo XVII; poi le dimensioni in piedi e trabucchi scompaiono del tutto per essere sostituite esclusivamente dal numero dei cassi o delle travate». P. Sereno, , in «Archeologia medievale», vol. VII, 1980, reperibile in , p. 4. 2. capsina caxina cassina Dizionario etimologico italiano Dizionario etimologico italiano La cascina e le sue parti: origini, trasformazioni e decadenza. Assonanza e dissonanza di aspetti economici, sociali, storici, architettonici e culturali. Proposte di salvaguardia e valorizzazione http://www1.popolis.it/ilconfinesiamonoi/EP/UpLoadDocumenti/cascina_locatelli.PDF cassina capsina/cassina capsum/cassum diserunt et retulerunt sese vidisse, visitasse et mensurasse domum dicte grangie Burgi Novi quam dixerunt esse muratarn et edifficatam de nouo et testa ac calze et esse in mensura trabucorum viginti unius... stabulum ipsius grangie in mensura trabucorum sex... vidisse et visitasse cassos decem predicte cassine edifficatos remibus trauati deciotto de cassina... co il muro alto di longo in longo... pedi quattordeci et detto muro di longo in longo fatto la mesura si troua di longhezza di trabucchi vinti tre più in capo di ditte trauate si troua ona stalla uerso leuante di trauate deci coperta a coppi et tutta trouinata et edifficata in calzina co ly pilloni in meggia et il muro alto forj sino alli coppi alti pedi quindici et oncie sette... Una trasformazione dell'insediamento rurale in età moderna: l'origine della dimora a "corte" in Piemonte http://azionericerca.altervista.org/EcoWq/04risorseweb/Origine%20della%20dimora%20a%20corte%20in%20Piemonte.pdf