CAPITOLO QUINTO 1. La vitivinicoltura nelle inchieste agrarie di Filippo Re (1809-1813) L'inchiesta statistica è uno strumento di indagine caratteristico nel disegno napoleonico della costruzione di uno stato moderno: la descrizione statistica dei dipartimenti, inizialmente affidata a privati, deve costituire per diversi anni l'oggetto di studio dell'apparato amministrativo. L'evoluzione dello stesso apparato rende necessario conoscere sotto tutti gli aspetti "lo stato della nazione e del suolo della repubblica". L'Italia, al pari della Francia napoleonica, utilizza l'inchiesta come mezzo conoscitivo non solo delle risorse e delle mancanze territoriali di tipo produttivo, ma anche degli usi e dei costumi che differenziano in modo notevole i vari regni presenti sulla penisola. In questo quadro si inserisce l'inchiesta (1809-1813) di Filippo Re, che è la prima a considerare l'agricoltura come oggetto di indagine specifico slegato dagli altri rami dell'economia del Regno: 1 «Al fine di mantenere al pubblico la parola datagli di presentargli lo stato attuale dell'agricoltura italiana e delle sue pratiche, mi è d'uopo procacciarmi la particolarità ad essa relative dei vari paesi. Siccome però è difficilissimo trovare chi voglia stendere una relazione degna di vedere la pubblica luce, ed accadendo che chi può somministrare le vere informazioni è spesso inetto a scriver bene, così ho determinato di fare stampare varî quesiti lasciando dopo ognuno di essi uno spazio vuoto per registrarvi le soluzioni... 1. «Filippo Re (1763-1817) dopo aver conseguito il diploma in scienze matematiche iniziò a dedicarsi interamente agli studi botanici e all'agricoltura. Divenuto titolare della cattedra di agraria presso il Liceo reggiano, Filippo Re iniziò a lavorare a saggi e ricerche che contribuirono al radicale rinnovamento dell'agricoltura italiana. Dopo essere stato per breve tempo capitano della Guardia civica, presidente della Municipalità e membro della commissione di polizia nel periodo rivoluzionario e giacobino (1796-1799), lo scienziato abbandonò Reggio e percorse a lungo l'Appennino reggiano, dove lavorò con studi e ricerche sulle condizioni economiche e sociali della montagna reggiana; poco prima era stato in Toscana (a testimonianza del viaggio rimangono un interessante Diario e le lettere spedite alla cognata Caterina Busetti). Nel 1803 Filippo Re venne chiamato da Napoleone a ricoprire la cattedra di Agraria dell'Università di Bologna, di cui divenne anche rettore (1805-1806). Dopo poco lanciò gli Annali dell'agricoltura del Regno d'Italia (1809-1814). Con la Restaurazione, nel 1814, Filippo Re fu sospeso dall'insegnamento e rientrò a Modena come docente universitario di Agraria e Botanica ed intendente ai Giardini Reali». G. Bonini, A. Canovi, Presentazione, in Idd. (a cura di), Narrazioni intorno a Filippo Re, Diabasis, Reggio Emilia 2006.