Nel giugno del '72 Agostino Bertani, deputato dell'estrema sinistra, espone alla Camera la proposta di una "inchiesta sulle condizioni attuali della classe agricola e principalmente dei lavoratori della terra in Italia", presentata nel dicembre dell'anno precedente con le firme di 51 parlamentari, di ogni regione e di ogni credo politico (come teneva a precisare Bertani); nella proposta originaria l'inchiesta avrebbe dovuto essere parlamentare (e non amministrativa, come invece riteneva preferibile il governo, ed in particolare il presidente del Consiglio Lanza, che in Aula prese la parola dopo Bertani) e soprattutto avrebbe dovuto avere come oggetto principale di studio le condizioni di vita dei lavoratori della terra, e solo in secondo piano l'analisi della proprietà e le questioni ad essa legate. Apparve allora chiaro che riguardo all'indirizzo da dare all'inchiesta si trovavano di fronte due posizioni ben distinte: da una parte coloro che erano interessati e attenti soprattutto ai fattori economici, alla proprietà e alla produzione, e dall'altra i sostenitori di uno studio rivolto all'uomo, al lavoratore della terra, alle sue condizioni fisiche e morali, economiche e sociali. Questa disparità di vedute, e – direi – di interessi, caratterizzò il lungo dibattito che precedette l'approvazione di una legge per l'inchiesta agraria ed anche i lavori della Giunta cui fu affidato l'incarico. All'inizio del '74 la proposta di Bertani, che non era stata accolta con molto favore da una classe dirigente legata – come detto – alla grande proprietà fondiaria, venne unificata, con un'abile mossa politica che probabilmente mirava a stemperarne il carattere sociale, con quella, già presentata nel '73 dall'allora ministro dell'Agricoltura Castagnola, per un'inchiesta di carattere governativo; di conseguenza, nel gennaio del '75 il ministro Finali potè presentare la proposta di una "inchiesta (di carattere governativo-parlamentare) agraria e sulle condizioni della classe agricola in Italia", che fu discussa ed approvata alla Camera nel 1876 e al Senato l'anno successivo. 43 43. Cfr. G. Deriu, L'Inchiesta agraria Jacini, in : il sito «contiene i risultati di un lavoro di spoglio e repertorializzazione dei dati sull'abitazione rurale presenti negli Atti dell'Inchiesta agraria Jacini (1877-1885), lavoro presentato come Tesi di laurea all'Università di Cagliari nell'anno 1995-96»; Atti della Giunta Parlamentare per l'Inchiesta agraria e sulle condizioni della classe agricola, Roma, Forzani 1881-1886, 15 voll. (rist. anastatica Forni, Bologna 1978); G. Nenci, Introduzione, in S. Jacini, I risultati dell'inchiesta agraria. Relazione pubblicata negli Atti della Giunta per la Inchiesta agraria, Torino, Einaudi 1976, pp. IX-XXXI. web.gioder.altervista.org 3. I paesaggi agrari nell'Ottocento Con due opzioni teoriche diametralmente opposte, ma che giungono al medesimo risultato in termini tecnici, vi sono le opinioni di Emilio Sereni e di Eugenio Turri a proposito di una delle più innovative realizzazioni idrauliche avvenute nell'ambiente agrario toscano: la colmata di monte di Cosimo Ridolfi, il cui merito va attribuito, perlopiù, al suo fattore Testaferrata. 44 44. Riportiamo la definizione data dallo stesso Ridolfi nel suo articolo letto all'Accademia dei Georgofili: «Intendesi, per Colmata di Monte quella che tende a riempire le sinuosità di un... terreno montuoso colla terra nei punti culminanti, affinché‚ sparite le prominenze, ed i seni, il monte prenda una regolare inclinazione, la quale si presta poi alla buona cultura». Cfr. C. Ridolfi, Delle colmate di monte. Articoli dal Giornale agrario toscano, 1828-1830, a cura di D. Vergari, Associazione Giovan Battista Landeschi, Pisa 2006.