[...] I contratti relativi alle nuove piantagioni contemplavano in genere, da parte dei proprietari di terra, un ridotto esborso di capitali, perché in cambio del lavoro contadino di scasso del terreno e di innesto degli olivastri, era concesso l'uso della terra a titolo gratuito, e per più anni, per colture sussidiarie. A tal fine l'uso di concedere ai contadini l'impianto della vigna, insieme alle semine, costituiva una delle condizioni su cui si basava la penetrazione e l'estensione degli uliveti, e talora di mandorleti nelle campagne [...]: "Che la vite – ricorderà più tardi ancora il Fiorese – abbia sempre ceduto il posto suo alle fruttificazione arboree, lo provano per noi pugliesi i fatti, le memorie familiari, i documenti notarili, ma per i forestieri anche fuggevolmente si presenta tale dimostrazione, per poco che guardino gli antichi palmenti in pietra, che trovandosi ancora negli uliveti dicono che questi impiantaronsi e prosperarono per l'assidua coltivazione viticola"». 60 61 S. Fiorese, , in , Vecchi, Trani 1900, vol. II. 60 Storia della crisi economica in Puglia dal 1887 al 1897 La Terra di Bari sotto l'aspetto storico, economico e naturale. Pubblicazione della Provincia di Bari per la Esposizione universale di Parigi Bevilacqua, , cit., pp. 166-170. 61 Tra natura e storia 4. Vitivinicoltura ed enologia, tra evoluzioni tecnologiche e nuove malattie (oidio, fillossera e peronospora), nell'Ottocento: alcuni casi regionali 4.1 Piemonte Nel corso dell'Ottocento la viticoltura piemontese subisce alcuni notevoli cambiamenti dovuti essenzialmente a due fattori: l'ingresso di nuove malattie, dapprima l'oidio e poi la peronospora e la fillossera quasi contemporaneamente, e il buon rendimento della vite, in particolar modo nel periodo che va dall'unità d'Italia alla fine dell'Ottocento, grazie anche a una diminuzione del valore del frumento dovuto alle forti immissioni del prodotto a bassi prezzi dal mercato statunitense, affetto, a sua volta da surplus produttivi. 62 «Contratti to-arrive in Europa. Qualsiasi attività economica espone i partecipanti a una serie di rischi di vario genere e questo vale tanto oggi quanto nel passato. L'enorme sviluppo del commercio internazionale, avvenuto nel corso del XIX secolo grazie all'espansione coloniale e alla rivoluzione industriale, ha portato all'attenzione dei commercianti e degli acquirenti di alcune commodities una particolare categoria di rischi legati alle oscillazioni dei prezzi delle merci commercializzate. In Europa questi problemi erano particolarmente sentiti da numerosi importatori inglesi di cotone e di altre commodities prodotte nel nord degli Stati Uniti: i rischi erano dovuti al fatto che dal momento in cui gli agenti degli importatori acquistavano le commodities negli Stati Uniti al momento in cui le commodities si rendevano disponibili per la vendita in Europa potevano trascorrere anche alcuni mesi. In questo lasso di tempo i prezzi delle commodities potevano essere sottoposti a brusche oscillazioni con il conseguente aumento dei rischi a cui erano esposti gli importatori europei. Per ridurre questi rischi gli importatori chiesero allora agli agenti di inviare loro i dettagli degli acquisti affidandoli a navi (clipper) più veloci rispetto ai più grandi vascelli mercantili che trasportavano le merci. Con questo stratagemma, gli operatori europei potevano vendere le commodities su una base definita "to-arrive" (letteralmente "in arrivo") prima che queste giungessero effettivamente nei porti europei. Questa nuova forma di scambio si diffuse molto velocemente, tanto che vennero introdotte alcune forme di regolamentazione di questi contratti e si giunse, nel 1821, all'istituzione del primo mercato to-arrive presso il Liverpool Cotton Exchange. Successivamente, nel 1866 entrò in servizio il primo cavo transatlantico per le comunicazioni telegrafiche e i dettagli degli acquisti effettuati dagli agenti negli Stati Uniti potevano pertanto essere resi immediatamente disponibili presso gli importatori europei, riducendo ulteriormente i rischi legati al commercio internazionale. Grazie alla riduzione dei costi e dei tempi di negoziazione i contratti to-arrive si diffusero rapidamente e vennero adottati da un numero sempre maggiore di importatori e speculatori. Alla regolarizzazione dei flussi di informazione seguì ben presto anche quella dei flussi commerciali grazie all'impiego di navi mercantili a vapore; in questo modo potevano essere fissati a priori determinati periodi per la negoziazione dei contratti e per la consegna delle merci. Si iniziò così a parlare di "contratti per la futura consegna", cioè di "futures", un nuovo termine definitorio che si sostituì velocemente a quello originario». Da P. Binarelli, , Università di Roma "La Sapienza", Facoltà di Economia e Commercio. Cfr. C. Demattè, G. Forestieri, P. Mottura (a cura di), , Egea, Milano 1993. 62 Crops'n Commodities Economia degli intermediari finanziari