Nel periodo 1914-1918, mentre i controlli sul consumo di alcool nel fronte interno sono esasperati al massimo, fra i soldati che combattono il consumo di sostanze alcoliche viene incoraggiato nella convinzione che procuri un "coraggio artificiale" per affrontare i pericoli e gli orrori della guerra. Così prima degli assalti alla baionetta ogni soldato può bere vino a volontà ed è fornito della sua brava borraccia di cordiale da cui può attingere senza alcun limite. Come ricorda Emilio Lussu in : "Il battaglione era pronto, le baionette innestate. Non si sentiva un bisbiglio. Si vedevano muoversi le borracce di cognac. Dalla cintura alla bocca, dalla bocca alla cintura, dalla cintura alla bocca..."». Un anno sull'altipiano 26 Di pari passo con le nuove nozioni mediche e con le nuove concezioni salutistiche, la legislazione contro l'ubriachezza non trova facile esito in tutto il periodo postunitario: la correlazione tra aumento dei delitti di sangue, il prezzo del vino, la sua quantità disponibile in un aumentato numero di osterie e le classi sociali subalterne è la costante di tutte le riflessioni parlamentari. Che poi le statistiche ufficiali non possano rilevare molti dati è un fatto evidente: sfuggono sicuramente quelli sui consumi privati, in particolare al Sud, dove il fenomeno del minor inurbamento determina anche una minor diffusione di osterie. Ciò su cui non vi è alcun accordo è come trattare l'ubriachezza e come trattarla in correlazione ai reati compiuti. Non solo, ma emerge anche tutta la preoccupazione di come punire il reato in stato di ubriachezza qualora esso venga compiuto da persone abitualmente alcoliste o estemporaneamente bevitrici. E, a seguito di ciò, se considerare lo stato di ubriachezza come aggravante dei reati, oppure come attenuante in caso sia portatore di un completo obnubilamento mentale. L'ubriachezza assume plurime forme tra cui quella di problema sociale connesso a comportamenti pubblici e quindi all'ordine pubblico. Lo Stato dibatte in maniera serrata il fenomeno da differenti punti di vista che raramente ritrovano una ricomposizione proprio perché portati alla luce da plurimi blocchi di potere, portatori di interessi non sempre collimanti. 27 Sorcinelli, , cit., p. 129. 26 Gli italiani e il cibo Cfr. F. Mele, , pp. 1167-1187 e F. Colao, , pp. 1209-1235, in , cit., vol. II. 27 L'ubriachezza nei progetti di codice penale unitario L'ubriachezza nella criminalistica toscana dell'Ottocento La vite e il vino. Storia e diritto 3. La manualistica vinicola ed enologica popolare, tra romanzi d'appendice, libri illustrati ed editoria scolastica, tra fine Ottocento e inizi del Novecento In Europa la seconda metà dell'Ottocento vede la nascita delle edizioni economiche di letture e manuali popolari: la "Railway Library" di Routledge in Inghilterra, la "Bibliothéque des Chemins de Fer" in Francia, la collana "Reclam" in Germania. Tuttavia l'aumento dei lettori, a seguito di processi crescenti di scolarizzazione, ha già determinato l'emergere di un secondo fenomeno: quello dei libri che hanno un successo che può essere definito di massa, «libri che possono capitare nelle mani di chiunque, dotto o incolto che sia, da non confondere neppure con la moderna categoria dei , legata alla narrativa di consumo, le cui fortune sono destinate ad esaurirsi nel volgere di pochi anni. Se proprio non si può fare a meno della terminologia inglese, una parte significativa di questa produzione è se mai da ascrivere alla tipologia dei , ovvero quei titoli che non compaiono nelle classifiche, ma che restano disponibili negli anni e talvolta anche nei secoli, incidendo con discrezione, ma in profondità sulle abitudini culturali». best-seller long-sellers 28 M. Infelise, , in L. Braida, M. Infelise (a cura di), , Utet, Torino 2010, p. 3. 28 Libri per tutti Libri per tutti. Generi editoriali di larga circolazione tra antico regime ed età contemporanea