Conoscitori di vino, nella mia accezione, non è soltanto quel gruppo di consumatori informati, ma riguarda tutte le categorie che vanno dalla produzione al consumazione del vino, e quindi produttori, vignaioli, agronomi, enologi, sommelier, agenti, ristoratori, distributori, enotecari, pubblicisti, , giornalisti eno-gastronomici e così via proprio perché essi non sono solo il prodotto tecnico del mestiere o del ruolo o del compito che gli è stato assegnato, ma perché, come detto all'inizio dell'introduzione, i momenti della produzione, del consumo, della distribuzione e della pubblicizzazione sono momenti di uno stesso processo che si diversifica in varie fasi e nel quale ogni soggetto è parte attiva e passiva nell'elaborazione di strumenti atti a conoscere, immaginare e simboleggiare il vino, dapprima in maniera riflessiva e poi in modo irriflesso. Questo significa anche che non tutte le posizioni all'interno di un determinato campo hanno lo stesso peso specifico, per cui un parere è più importante di un altro perché è espresso da riviste, da personaggi... ritenuti maggiormente autorevoli (e qui emergono gli scontri tra potentati economici, politici, mediatici ecc.), o perché attraverso combinazioni storiche esterne al mondo preso in questione si sono via via fatti largo, dapprima negli interstizi e poi negli alvei dei fiumi dei discorsi che hanno portato l'emersione di determinate pratiche a discapito di altre (basta pensare al discorso sul biologico). blogger 6. La metodologia 6.1 La rappresentatività Le premesse teoriche che ho sviluppato nei primi tre paragrafi dell'introduzione sono di importanza cruciale per poter definire l'approccio metodologico della ricerca. Innanzitutto occorre specificare che non si tratta di una ricerca "standard", ovvero di una ricerca in cui ci si prefigge «l'obiettivo di estendere all'universo della ricerca i risultati ottenuti applicando gli strumenti di rilevazione ad un campione. Questo fenomeno (estensione dei risultati dal campione all'universo) si chiama inferenza statistica, e permette di affermare, con un certo grado (noto a priori) di probabilità, che i valori dell'universo, sono compresi all'interno di un determinato intervallo (anch'esso noto a priori), al centro del quale sta il valore rilevato del campione». Questo non significa però né che non verranno usati dati quantitativi né che non mi ponga la problematicità della rappresentatività, rispetto all'universo mondo vitivinicolo, degli attori sociali presi in questione. Sul problema della rappresentatività, per quanto riguarda le ricerche , penso che valgano le parole di Marradi quando afferma che: «mentre per giudicare se un campione è causale disponiamo di una regola chiara (stessa probabilità di entrare nel campione per tutti i membri della popolazione), per giudicare se è rappresentativo dobbiamo ricorrere a considerazioni vaghe soggettive. [...] 76 survey Palumbo, Garbarino, , cit., p. 103. 76 Ricerca sociale: metodo e tecniche