Di vitigni stranieri, specialmente in provincia di Catania, si coltivano il Grenache, il Pinot noir e il Cabernet». 51 Salvatore Mondini prosegue poi nella descrizione dei vini prodotti in ogni provincia siciliana e ne elenca le caratteristiche principali. In generale la valutazione complessiva della produzione vinicola siciliana è molto buona, con punte di eccellenza legate ai bianchi come lo Zucco delle Tenute del duca d'Aumale in provincia di Palermo, oppure quelli delle zone del Feudo in provincia di Catania. In grande considerazione, come già accennato in precedenza, sono tenuti i vini rossi Etnei, chiamati anche vini di Riposto, che vengono suddivisi in vini di mezza montagna e di alta montagna (sopra i mille metri). E poi i vini passiti, come la malvasia delle Lipari, già notoriamente famosa o il Moscato di Siracusa, prodotto da uve Moscatello, che non teme alcun confronto per la squisitezza del suo sapore e del suo aroma. E infine il Marsala, vino liquoroso, a cui Mondini dedica, alcuni anni prima, una monografia e che porta la provincia di Trapani ad essere, dal punto di vista enologico, quella più e meglio organizzata a livello italiano, grazie anche al fatto che il vino Marsala viene ampiamente esportato. 52 Mondini, , cit., pp. 230-233. 51 Produzione e commercio del vino in Italia Id., , Tip. G. Denaro, Riposto (Ct) 1896. 52 L'industria dei vini Marsala in Sicilia 4. L'Ampelografia del professor Girolamo Molon Se possiamo parlare di uno studio epocale, estremamente approfondito sia dal punto di vista storico che scientifico, capace non solo di classificare e ordinare tipologie di uve da tavola e da vino, di porta-innesti e produttori diretti, ma anche di raccogliere quanto di meglio della tassonomia e della fitografia ampelografica viene fatto sino a quel momento, con un lavoro bibliografico impressionante, bene, questo è il lavoro di Girolamo Molon. Realizzata in due volumi, l' è composta da una prima parte sulle "nozioni botaniche sulle ampelidee", una seconda sulla "tassonomia ampelografica", una terza sulla "bibliografia ampelografica", una quarta sulla "fitografia ampelografica", una quinta sulle "note pratiche sulla varietà di viti studiate, allo studio e sa studiare", in ordine alfabetico, che si compone di oltre cinquecento tipologie di uva descritte, una sesta è un'addenda sinonimica e, infine, una settima parte composta da tavole sinottiche, per un totale di 1243 pagine. Ampelografia 53 Nella prefazione, esponendo le ragioni del proprio lavoro, Molon ripercorre una storia europea delle classificazioni ampelografiche sino al momento in cui si trovava a scrivere il suo testo: le motivazioni sembrano accomunare la sua alle pratiche che egli definisce come collezionistiche, e che comprendono tanto i francobolli quanto le pipe, gli oggetti antichi, pupazzetti e quant'altro, così come a quelle di carattere scientifico, di ben altra portata per l'autore, fatte da botanici, zoologi, chimici, fisici ecc. Dopo aver ripercorso gli studi ampelografici francesi, Molon si concentra sulle collezioni italiane, in particolare quelle a lui più prossime: quella del conte Giuseppe di Rovasenda, che a partire dal 1867 al 1877 si arricchisce di ben 3669 tipologie di vitigni diversi, e quella del barone Mendola, amico di Odart, che a Favara, in Sicilia, arriva ad avere nel 1868 ben 3000 varietà di uva coltivate. G. Molon, , Hoepli, Milano 1906. 53 Ampelografia. Uve da vino, uve da tavola, porta-innesti e produttori diretti