5. Futuro anteriore: verso la nuova Ocm vino «Il primo passo utile per districare le maglie della rete di leggi che ci porta oggi a parlare della riforma della legge 164, risale al dicembre del 2007 quando i ministri dell'Agricoltura approvano la riforma del settore vitivinicolo comunitario con il regolamento CE n. 479/2008, formalmente adottato dal Consiglio dei ministri nell'aprile dello stesso anno. Il regolamento 479/2008 introduce cambiamenti la cui intenzione è di conferire "equilibrio al mercato vitivinicolo" portando "alla progressiva eliminazione di misure di intervento sul mercato inefficaci e costose" e permettendo "di destinare il bilancio a misure più positive e dinamiche per aumentare la competitività dei vini europei" ( ). Il regolamento CE 555/2008 recante le modalità di applicazione della riforma in quanto ai programmi di sostegno, agli scambi con i paesi terzi ed al potenziale produttivo ed ai controlli è in vigore dal 1º agosto 2008, mentre i regolamenti CE 436/2009, 606/2009 e 607/2009 riguardanti le pratiche enologiche, le indicazioni geografiche e l'etichettatura sono in vigore dal 1º agosto 2009. http://ec.europa.eu/agriculture/capreform/wine/index_it.htm Due quindi le fasi in cui si articola la riforma dell'Ocm che, tra gli altri, si pone come obiettivo il miglioramento delle norme in materia di etichettatura con cui la Commissione europea intende far sì che "i vini con Indicazione geografica protetta e quelli con Denominazione d'origine protetta costituiscano la base del concetto di vini di qualità dell'Unione europea" e l'etichettatura sia semplificata concedendo ai vini dell'UE senza indicazione geografica di indicare il vitigno e l'annata. Lo scorso 12 marzo, il Consiglio dei ministri, mandando in pensione dopo 18 anni di lavoro la legge 164/92, con l'approvazione del Decreto legislativo che disegna il nuovo strumento normativo per la tutela delle Doc e Igt dei vini, compie l'ultimo passo perché tutto ciò sia realtà. Ma cosa vuol dire tutto questo per i produttori? "Siamo molto soddisfatti del lavoro svolto dal ministero che porta, finalmente, alla revisione di una normativa che da un lato chiude una discussione ultradecennale della filiera sul tema delle denominazioni d'origine e che, dall'altro, rappresenta un punto di svolta" afferma Andrea Sartori, presidente di Unione italiana vini. È stato, infatti, rivisto l'intero sistema delle Doc e sono state poste le basi del futuro del vino italiano. "La seconda sfida – continua Sartori – riguarda i dieci decreti attuativi, che toccano dinamiche davvero vitali per le economie del settore e che, ci auguriamo, si riescano a chiudere in un tempo ragionevolmente breve". "Di tutta questa vicenda desidero sottolineare un elemento – prosegue – e cioè la possibilità di tenere aperto il canale di dialogo della filiera con le istituzioni per portare a eventuali revisioni normative, piccole o grandi che siano, dettate da un mercato in continuo e forte mutamento". Ben distante il punto di vista della Federazione italiana vignaioli indipendenti che per voce del presidente, Costantino Charrère, afferma che "le nuove Dop e Igp, peraltro moto diverse fra loro poiché la Dop garantisce l'origine dell'uva, mentre la Igp garantisce unicamente il processo di trasformazione, sono a rischio di assimilazione con conseguenze nefaste per l'identità dei territori e per il lavoro dei vignaioli. "La nuova definizione dei Vini Varietali, Vini da Tavola – prosegue – con possibilità di indicazione di vitigno e di annata, di fatto comprime verso il basso la piramide della qualità e favorisce la proliferazione di tali vini a basso costo, a scapito della parte alta della piramide qualitativa. ex