Sul fronte dei consumi interni, siamo arrivati a meno di 43 litri , un valore, secondo Assoenologi, destinato a calare ulteriormente; si prevede che i consumi scenderanno sotto i 40 litri entro il 2015. Sul fronte del lavoro agricolo, che conta numerosissimo lavoro nero e sottopagato, i dati ufficiali parlano di una media di retribuzione regolare che si aggira intorno a 7,34 euro l'ora, naturalmente per coloro che godono del Contratto collettivo nazionale di lavoro per gli operai agricoli e florovivaisti. Se poi pensiamo che la maggior parte di coloro che svolgono il lavoro in vigna proviene da cooperative agricole la cui retribuzione mensile si aggira intono ai 1000-1100 euro se specializzati (ma il salario si abbassa vorticosamente a 850 euro mensili per quelli non specializzati ), ecco allora che i costi vivi di produzione sono decisamente bassi, in particolare per le grandi aziende. pro-capite 95 96 A tutto ciò si devono aggiungere, tra le ultime novità in termini contrattuali, i (buoni) vendemmia, partiti nel luglio 2008 e poi estesi a tutte le categorie di raccoglitori, nati per "combattere" il lavoro nero occasionale in agricoltura, i quali prevedono un costo complessivo per il datore di lavoro pari a dieci euro l'ora, comprensivo di Inail e contribuzione, di cui il lavoratore più o meno estemporaneo percepisce 7,50 euro netti l'ora. voucher Cfr. . 95 http://www.agri-info.eu/italiano/t_wages.php Cfr. . 96 https://www.fedagri.confcooperative.it 7. Il vino industriale che (forse) si berrà Ancora una volta, tocca alla rivista «L'Informatore agrario» farsi promotrice degli sviluppi potenziali del settore vitivinicolo in relazione ai nuovi paradigmi del consumo internazionale, dei gusti e delle nuove opportunità di mercato. Giovedì 7 aprile 2011, durante il Vinitaly, si tiene un convegno dal titolo . Il tema viene sollevato sulla base del fatto che la domanda di vini a ridotto tenore alcolico, sollecitata dall'attenzione alla salute e alla dieta, è in crescita. E se tra gli italiani i pareri si dividono, in Inghilterra, dopo la crescita nel 2010 dell'83%, si prevedeva di arrivare a totalizzare a breve tra il 3 e il 10% del mercato. A questo si aggiunge il fatto che con la nuova Ocm vino «è consentita la dealcolizzazione del vino fino a un massimo di 2% vol., quindi viene autorizzata come pratica correttiva. Il limite dei 2% vol. è stato imposto proprio per evitare una dealcolizzazione spinta che potrebbe alterare il profilo sensoriale del vino. Secondo la normativa qualora un prodotto ha subito una dealcolizzazione spinta, tale prodotto potrà essere commercializzato come bevanda alcolica o analcolica ma senza fare alcun riferimento al vino. L'organismo di riferimento per la Comunità Europea in questo ambito è l'Oiv ( , che già nel 2004 aveva inserito nel suo la dealcolizzazione di 2% vol. ottenuta da evaporazione parziale sotto vuoto e con altre tecniche. Attualmente l'Oiv sta lavorando proprio per riconoscere quali sono le pratiche enologiche consentite per la dealcolizzazione, in modo da consentire d'avere un grado alcolico inferiore a quello di partenza, o addirittura nullo. In etichetta dovranno essere indicate le tecniche sottrattive adottate e dovranno essere accompagnate dalle indicazioni di quali interventi tecnologici sono stati utilizzati per compensare a livello sensoriale la sottrazione dell'alcol». Vini a ridotto tenore di alcol opportunità di mercato boom Organisation Internationale de la Vigne et du Vin https://www.oiv.int/it Codice internazionale delle prassi enologiche max 97 , in , 23 aprile 2011. 97 Vino dealcolizzato http://paolabonomi.blogspot.com/2011/04/vino-dealcolizzato.html