CAPITOLO PRIMO 1. Il problema dell'origine come inizio e dell'origine come provenienza «È Renan, credo, che un giorno ha scritto (cito a memoria; perciò, temo, in modo inesatto): "In tutte le cose umane, le origini, prima di tutto, sono degne di studio". E, prima di lui, Sainte-Beuve: "Spio e annoto con curiosità quel che incomincia". L'idea è davvero del loro tempo. Il termine "origini" pure. Alle "Origini del Cristianesimo" hanno risposto, un po' più tardi, quelle della Francia contemporanea. Senza contare gli epigoni. Ma la parola è inquietante, perché è univoca. Significa semplicemente inizi? Sarà abbastanza chiaro. Con la riserva, però, che per la maggior parte delle realtà storiche la nozione stessa di questo punto iniziale resta singolarmente sfuggente [...]. Vi sarebbe una ricerca da fare, delle più interessanti, su questa ossessione embriogenetica, così marcata in tutta una famiglia di grandi menti. Come troppo frequentemente avviene – poiché niente è più difficile che stabilire fra i diversi ordini di conoscenza una esatta simultaneità –, le scienze dell'uomo, qui, ritardarono rispetto alle scienze della natura. Infatti queste erano già dominate, verso la metà del secolo XIX, dall'evoluzionismo biologico, che presuppone invece un allontanamento progressivo dalle forme ancestrali e, a ogni tappa, lo spiega con le condizioni di vita o di ambiente tipiche del periodo. Il suo gusto appassionato per le origini, la filosofia francese della storia da Cousin a Renan, l'aveva mutuato, prima di tutto, dal romanticismo tedesco. Ora, là, esso era stato, ai suoi primi passi, contemporaneo d'una fisiologia ben anteriore alla nostra, quella dei "preformisti" che, ora nello sperma, ora nell'ovulo, credevano di trovare un formato ridotto dell'età adulta. Aggiungete l'esaltazione del primitivo. In Francia, essa era stata familiare al secolo XVIII. Ma, eredi di questo tema, i pensatori della Germania romantica, prima di ritrasmetterlo ai nostri storici loro discepoli, l'avevano a loro volta abbellito del prestigio di molte nuove seduzioni ideologiche. Quale espressione, da noi, riuscirà mai a rendere la pregnanza di questo famoso prefisso germanico, : , ? Tutto spingeva queste generazioni, dunque, ad attribuire, nelle cose umane, un'importanza estrema ai fatti dell'inizio». Ur- 1 Urmensch 2 Urdichtung 3 4 : ur- (propr. Ur-). – Prefisso, quasi sempre tonico, della lingua tedesca, col valore di «antichissimo, primo, originale, schietto». Può servire anche come elemento rafforzativo, e, nei nomi di parentela, a indicare l'antenato immediatamente precedente ( "Vater des Grossvaters", cioè padre del nonno, bisnonno). Talvolta ricorrono anche in contesti italiani voci tedesche formate col detto prefisso, come "la lingua originaria, primigenia", "l'uomo primordiale", "il protogermanico", "il periodo più antico della storia", , la forma o redazione originale di un testo, letterario o musicale, e è chiamato il primo abbozzo, redatto nel 1773-74, del di Goethe. . 1 Urgrossvater Ursprache Urmensch Urgermanisch Urgeschichte Urtext Urfaust Faust https://www.treccani.it/vocabolario/ur/ : Uomo primitivo. 2 : Poesia originaria. 3 : M. Bloch, , Einaudi, Torino 1998, pp. 25-26 (ed. orig. 1944). 4 Apologia della storia o Mestiere di storico