3. Lessicografica viticola contemporanea 3.1 Degustazioni in campo aperto: l’Harmoge di Walter de Battè Riporto qui due degustazioni, avvenute a due anni di distanza, la prima nel giugno 2009, per una serata organizzata dall’Onav (Organizzazione nazionale assaggiatori vino) di Pavia sui vini mediterranei, condotta da Egidio Fusco, relatore, formatore e tesoriere dell’Onav Lombardia, con la presenza di Walter de Battè; l’altra organizzata da me per l’Onav di Genova, il 25 di maggio del 2011, serata dedicata solamente ai vini del produttore dell’estremo levante ligure. – Egidio Fusco: Il secondo vino che assaggiamo è prodotto in località Campiglia, metà da uve delle Cinque Terre, intorno a Manarola, il Bosco e l’Albarola e da uve Vermentino della Val di Magra. – De Battè: Questo è un cosiddetto vino estremo che deve andare servito a questa temperatura (15 gradi circa). Un vino del 2006 che ha subito una macerazione sulle bucce. Metà delle vigne è di oltre 70 anni. Il vigneto del Vermentino si trova vicino all’estuario della Magra. Il vecchio proprietario si ricorda che il fiume esondava allagando parte delle vigne per cui abbiano un fondo torbato. Prendendo in mano le zolle si ha questa sensazione che poi si ritrova nel vino. Questo vino è fatto con un uvaggio tipico del vino delle Cinque Terre, sennonché il Vermentino viene da un’altra zona, mentre il Bosco e l’Albarola vengono da un vecchissimo vitigno sopra Manarola. Quando sono stati fatti i terrazzamenti è stata portata anche la terra e la sabbia di mare, per cui quello che sentite, queste componenti minerali e salmastre non rimandano soltanto allo iodio di mare ma anche alle componenti del terreno sabbioso. Queste uve sono state portate a buona maturazione, pigiate dolcemente, messe in tini d’acciaio e poi, a questo punto, la fermentazione è stata indotta con lieviti selezionati; dopo di che è stata fatta la follatura come per un vino rosso per cinque giorni; tolte le bucce è stata completata la fermentazione in caratelli di rovere non tostati di Slavonia di 550 litri e quindi il vino è stato lasciato sulle fecce nobili per 10 mesi con e tecniche di arieggiamento, due mesi in decantazione in acciaio e poi imbottigliato senza filtrazione. Questo è un 2006 e la vendita è iniziata da sei mesi circa e penso che sia un vino che abbia davanti ancora molto tempo. La prima nota molto forte è quella di idrocarburi, avendo avuto questo contatto a lungo con la parte fecciosa, con la propria parte intima. Nei casi in ci sia troppa ossidoriduzione viene presa un po’ di feccia dal fondo, fatta risalire, arieggiata e rimessa nei caratelli. La fermentazione visibile dura sino a marzo. Il discorso del sur lie si fa come per lo Champagne. – Fusco: La premessa fa sì che l’approccio con questo bicchiere sia di curiosità. Leggo sul bugiardino che fa 3200 bottiglie, per lui e gli amici! – Walter: Per la nostra zona è normale. – Fusco: Vi prego di osservare questa interessante e piacevole vena oro che presenta alla vista e sul primo impatto olfattivo che è veramente spiazzante oltre che invasivo, con una componente che poi vedremo quale sarà che evoca finezza e complessità e che troviamo nei grandi vini e nei grandi vini rossi. La prima degustazione bâtonnage 52 Con il termine francese , che deriva dalla parola , bastone, si definisce infatti l’operazione di rimescolamento del vino all’interno della , praticata per mezzo di un apposito attrezzo inserito attraverso il foro di cocchiume: operazione che ha lo scopo di rimettere in sospensione le fecce nobili depositatesi sul fondo. 52. bâtonnage bâton barrique