Veronelli assume lo spirito libertario soprattutto nelle battaglie culturali a partire dal 1956, quando fonda la sua casa editrice che pubblica di De Sade, che gli costa una condanna a tre mesi in appello per pubblicazione oscena e il rogo di tutte le copie di quel libro dentro la Questura di Varese, di Proudhon, le poesie di Elio Pagliarani, la rivista «Il gastronomo» e quella di filosofia «Il pensiero». Dopo la fortunata trasmissione Rai Uno con Delia Scala prima e Ave Ninchi poi, , durata sette anni, Luigi Veronelli inaugura su Rai Tre un programma sui vini voluto da Folco Portinari e Franco Iseppi: , nel 1979, con Nichi Stefi e la regia di Mario Mariani. L’anno dopo, con Angelo Paracucchi, Veronelli inaugura, sempre per la Rai, la fascia di mezzogiorno con il settimanale : l’uno insegna a mangiare bene, l’altro a bere meglio. L’avventura finisce di lì a poco, poiché, come racconta lo stesso Gino, dopo essersi apertamente dichiarato anarchico, inviso ai dirigenti Rai, gli viene precluso l’accesso al piccolo schermo. E poi, come narra Marc Tibaldi, gli incontri con i diversi movimenti, da quello anarchico a quello dei centri sociali da cui nasce il progetto Critical Wine: «Pablo ha scritto: “C’è una curiosa espressione inglese, di derivazione latina usta in Oxford...tipica in un luogo dove in cui si riproduce il pensiero dominante... la parola è e si traduce con espulso, scacciato, allontanato dal consesso scolastico, umano e civile, insomma buttato fuori dall’istituto con ignominia. Viene dal verbo to rusticate che a sua volta risale all’antico reductio in rurem ovvero ridotto allo stato campagnolo, di villico, di ruspante, insomma il negativo del cittadino”. Rustichiamoci ragazzi! Opponiamo le parole di Antonio Onorati: “il protagonismo contadino, diretto, fatto di donne e di uomini in carne de ossa, radicato tra cielo e terra [questo è lo spazio che si occupa quando si pianta, si semina, si pesca o si alleva con le proprie mani] è il valore più ‘alternativo’ e radicale”. Rustichiamnoci non più solo con le parole, coi fatti. Annuncio, ed è superba la gioia, che il Movimento dei movimenti avrà la possibilità di un importantissimo momento di riflessione e azione. A Verona, 11-12-13 aprile 2003, in coincidenza con il Vinitaly, al Centro sociale autogestito La Chimica, si svolgerà “Terra e libertà/Critical Wine”. Si affronteranno nodi culturali ed economici fondamentali». Racconti, novelle e novelline La proprietà è un furto A tavola alle sette Viaggio sentimentale nell’Italia dei vini La Meridiana rusticated 93 L. Veronelli, P. Echaurren, , Stampa Alternativa, Viterbo 2005, p. 15. Cfr. Appendice 15. 93. Bianco Rosso e Veronelli. Manuale per enodissidenti e gastroribelli II 5. Critical Wine a Genova: alcune interviste 5.1 Manuel Chiarlo: Lsoa “Buridda” e Critical Wine Genova – Da quando fai parte del Critical Wine di Genova? – Ci sono dagli inizi. A Genova nasce nel 2005 perché noi abbiamo scoperto che lo facevano a Roma al Forte Prenestino nel 2004 e poi incontrandomi con Gianni (Morando) abbiamo deciso di farlo anche a Genova. La cosa nasce da me, che face-vo parte del Buridda, da Gianni e da altri e poi decidiamo di farlo con il Buridda. I primi viticoltori li contattiamo sulla base della lista del Forte. All’inizio erano 25/30 e nell’ultima (2010) erano 36 per un afflusso di pubblico costante negli ultimi anni. La prima volta erano 500 persone, 5 euro al bicchiere, prezzo che non abbiamo mai modificato.