CAPITOLO SECONDO 1. Il sistema curtense «Il "problema della continuità", cioè di quanto di romano sia sopravvissuto in Europa alle invasioni germaniche e di quale effettiva entità sia stata la rottura da queste provocata, è al centro delle discussioni storiografiche. La tendenza prevalente, almeno in Italia, è attualmente quella di sottolineare questa continuità. Il discorso è valido soprattutto per le strutture del mondo rurale, delle quali sono universalmente note la lentezza a modificarsi e la greve capacità di resistenza. Il tardo impero consegnò al Medioevo una serie di grandi proprietà coltivate attraverso l'opera di schiavi ("servi") o di coloni. La tendenza in tali grandi aziende era già quella di produrre per il consumo piuttosto che per la vendita. È questo un aspetto e insieme un effetto della crisi economica del mondo romano. Aspetto della crisi politica, dell'insicurezza ritornata dopo secoli di , è invece il fenomeno parallelo che vide molti liberi accomandarsi a un potente, a un "patrono", cioè a un grosso proprietario, per diventare suoi coloni e suoi clienti; che vide molte e grandi proprietà fortificarsi. pax romana villae 1 È il processo che va sotto il nome di incastellamento: «Per incastellamento si intende nel panorama italiano il lungo processo di formazione di un tipico paesaggio medievale caratterizzato dal sito accentrato e fortificato di sommità. Un primo modello basato su alcune fonti archivistiche (Toubert) vedeva il castello sorgere per iniziativa signorile a partire dalla fine del X secolo su sommità disabitate, rompendo la continuità di occupazione delle campagne che si era protratta dall'età romana per tutto l'alto medioevo. Così risalita e accentramento sarebbero coevi. A quello se ne è sostituito un' altro (Conti-Wickham) basato su altre fonti archivistiche e soprattutto sull'evidenza archeologica, che pone l'accento sulla distinzione dei due momenti, per cui la risalita precede l'accentramento e vede il castello come momento finale di un processo di cristallizzazione della società, che coincide con la formazione della signoria territoriale. I due modelli non sono inconciliabili e anzi sono intimamente connessi. Sia che il castello rientri nel primo modello o, più frequentemente, nel secondo, esso fu in stretta relazione con le dinamiche insediative precedenti e fu promosso dai ceti dirigenti emersi dalla dissoluzione del regno italico». In . Cfr. P. Toubert, , a cura di G. Sergi, Einaudi, Torino 1995. L'incastellamento è uno dei temi principali affrontati da storici e archeologi medievisti negli ultimi trent'anni di ricerca. Le convergenze di interesse da parte degli studiosi hanno cominciato a manifestarsi in seguito all'opera di Pierre Toubert, relativa all'incastellamento del Lazio medievale, in cui l'oggetto "castello" non viene trattato soltanto come manufatto architettonico, ma è interpretato come polo centrale di una ristrutturazione del territorio laziale nel X secolo e di una trasformazione sociale del contesto umano. La nota opera di Aldo A. Settia, dedicata alla nascita dei castelli nell'area padana, chiarisce le diverse dinamiche dei processi di incastellamento nell'Italia settentrionale rispetto a quella centrale e meridionale, ma preliminarmente si preoccupa di definire una suddivisione per fasi del fenomeno, distinguendo nettamente le documentazioni tardo antiche ed alto medievali rispetto a quelle del secolo X. Cfr. A.A. Settia, , Gribaudo, Cavallermaggiore 1996; Id., , Viella, Roma 1999; C. Wickham, , Viella, Roma 2009. 1. http://www.archeogr.unisi.it/CCGBA/laboratori/lam/incastellamento Dalla terra ai castelli: paesaggio, agricoltura e poteri nell'Italia medievale Tracce di Medioevo. Toponomastica, archeologia e antichi insediamenti nell'Italia del Nord Proteggere e dominare. Fortificazioni e popolamento nell'Italia medievale Le società dell'alto medioevo. Europa-Mediterraneo, secoli V-VIII