Descrizione
"L'Enigma Cesanese" di Piero Riccardi è un'indagine coraggiosa che smonta secoli di mitologia enologica attorno a uno dei vitigni simbolo del Lazio. Ex giornalista di Report e oggi viticoltore di Cesanese a Olevano Romano, Riccardi solleva il velo su una verità scomoda: il Cesanese di Affile non ha parentele genetiche con altri vitigni italiani.La scoperta che nessuno vuole raccontare
Le analisi del DNA hanno rivelato che questo vitigno, celebrato come bevanda di imperatori romani e papi, è geneticamente isolato nel panorama ampelografico italiano. Una verità tenuta nell'ombra perché metterebbe in discussione disciplinari DOC, strategie commerciali e l'identità stessa di un territorio. Riccardi affronta il tabù con rigore giornalistico, analizzando documenti storici che raccontano una storia completamente diversa.
Dal mito romano alla pista bizantina
L'autore demolisce sistematicamente le leggende consolidate: le Alveole di Plinio non c'entrano nulla con il Cesanese, né esistono prove che imperatori romani lo abbiano mai bevuto. Al loro posto emerge un'ipotesi affascinante: il vitigno potrebbe essere arrivato con un monaco basiliano dalla Cappadocia, portando con sé un tralcio della sua terra d'origine in cerca di un nuovo luogo dove pregare.
Oltre l'autoctonia: una lezione mediterranea
Costruito come un'inchiesta indiziaria, il libro va oltre la storia di un "piccolo vitigno laziale". Riccardi usa il Cesanese come paradigma per interrogare i concetti di autoctonia e identità, mostrando come il vino - migratore per eccellenza nel Mediterraneo - sfidi le narrazioni nazionaliste e localistiche. La vite diventa metafora della mobilità umana, delle contaminazioni culturali, della complessità storica che le semplificazioni commerciali vorrebbero nascondere.
Un manifesto per la verità
Il messaggio finale è liberatorio: il valore del Cesanese non dipende da pedigree inventati. Non sarà meno "nostro" o meno buono se ammettiamo la verità sulla sua origine. Anzi, la storia vera - quella di migrazioni, monaci viaggiatori e innesti culturali - è molto più affascinante delle favole costruite a tavolino.
Un'opera che invita a ripensare criticamente come costruiamo le narrazioni enogastronomiche, mettendo in discussione il ruolo della scienza quando si piega a logiche commerciali e l'uso strumentale dei concetti di tradizione e autenticità.
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